NON ANDREMO A RIPETIZIONE DI QUIZ!! – NO ALLA SCUOLA-QUIZ
AVEVAMO RAGIONE: IL DECRETO CARROZZA CONFERMA CHE I RIDICOLI QUIZ INVALSI SERVONO A GIUDICARE DOCENTI E STUDENTI ( scarica il volantino )
L’art. 16 del decreto legge Carrozza prevede che il personale scolastico, che lavora nelle regioni e nelle zone in cui i risultati dei quiz Invalsi e delle rilevazioni Ocse – Pisa risultano inferiori alla media nazionale, sarà costretto a partecipare ad “attività di formazione obbligatoria” e presumibilmente gratuita “al fine di rafforzare le conoscenze e le competenze dell’alunno, con particolare riferimento alle aree ad alto rischio socio – educativo e a forte concentrazione immigratoria”. Anche il governo Letta, in continuità con il decreto Brunetta, invade per decreto materie di contrattazione, aggravando i carichi di lavoro senza aumenti retributivi, mentre il salario reale è tagliato con il blocco dei contratti e degli scatti: fermo restando che, anche se fosse contrattualizzato, l’articolo andrebbe comunque respinto!
I punteggi Invalsi segnalano una differenza tra Centro Nord e Sud /Isole: nelle scuole medie ad esempio gli studenti di terza Siciliani vengono accreditati di una media di 186 punti mentre i Calabresi di 181 in matematica. Nelle seconde classi delle superiori, in Italiano, si va dai 183 punti medi in Sicilia ai 214 dei ragazzi Lombardi mentre in Matematica si va dai 178 punti dei quindicenni Sardi ai 226 della Prov. di Trento.
Quindi, in particolare, i docenti del Sud (ed isole, Sardegna in primis) saranno obbligati ad un vero e proprio “corso di ripetizione coatta” a base di quiz!! Ma ai presunti sapientoni dell’Invalsi non viene in mente che, anche se i quiz fossero degli indicatori utili, tali risultati potrebbero essere dovuti al differente contesto socio – economico – culturale in cui operano i diversi docenti? Che i docenti, che insegnano in zone in cui i livelli di partenza sono inferiori, potrebbero essere anche più bravi di altri, che operano in contesti migliori, se riescono a far realizzare progressi significativi ai propri alunni? Che i tagli della Gelmini hanno inciso soprattutto al Sud?
In realtà anche queste considerazioni sono inutili se applicate ai risultati invalsiani, perché i quiz sono assolutamente inattendibili come strumenti per misurare la qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento. Essi si basano su banali conoscenze nozionistiche e tagliano fuori, in quanto “non misurabili oggettivamente”, lo sviluppo di strumenti cognitivi centrali nei processi di crescita culturale. Si può misurare la capacità di sviluppare relazioni causa-effetto, di analizzare i nessi tra i fenomeni, di confrontare tesi diverse sullo stesso argomento, di argomentare le proprie affermazioni, di sviluppare una visione globale dei fenomeni, di contestualizzare, di risolvere casi concreti ecc… tramite risposte “a crocette” a dei quiz, del tutto simili agli indovinelli della Settimana Enigmistica?
In occasione degli scioperi COBAS del maggio scorso il sottosegretario Rossi Doria aveva garantito che i quiz non sarebbero serviti a valutare i docenti e che – a suo parere- dovevano essere tolti dagli esami di Terza media. Il decreto Carrozza lo sconfessa e conferma ciò che i Cobas sostengono fin dall’inizio: i quiz determineranno un distruttivo effetto sulla didattica. I docenti adatteranno (come sta già accadendo) la loro programmazione, le loro scelte didattiche e contenutistiche ai quiz, diventeranno degli addestratori ai quiz (“teaching to test” dicono statunitensi e inglesi che hanno già sperimentato l’effetto catastrofico dei quiz ) oggi per non essere costretti/e alle ripetizioni coatte, domani per aumenti di stipendio e di finanziamenti alla propria scuola o per evitarne la chiusura. In tale direzione va anche il Sistema nazionale di (S)valutazione varato dal governo Monti, in cui l’autovalutazione delle scuole è solo una foglia di fico per coprire la centralità degli indicatori Invalsi, gli unici che conteranno. Gli invalsiani decideranno anche il protocollo che le scuole dovranno usare per il rapporto di autovalutazione. Le scuole “peggiori” in base ai quiz riceveranno la visita di tre “esperti” che stileranno il “Piano di miglioramento”, peggiorativo e obbligatorio per esse.
Contrariamente a ciò che dicono Miur e tante/i DS i quiz Invalsi distruggono la qualità della scuola pubblica. Difendiamo la qualità del nostro lavoro e il ruolo della scuola pubblica nella formazione di cittadini consapevoli e dotati di spirito critico! Rilanciamo la proposta storica dei Cobas dell’anno sabbatico di formazione, per riflettere collettivamente sulla didattica delle materie, per socializzare le buone pratiche, per migliorare il nostro lavoro in modo collegiale, per aggiornare i contenuti.
NO ALL’ADDESTRAMENTO COATTO AI QUIZ! NO ALLE RIPETIZIONI DATE DAGLI INVALSIANI! NO AL TEACHING TO QUIZ!
18 OTTOBRE 2013 – SCIOPERO GENERALE DELLA SCUOLA