lettera di un docente al Ministro – di Edoardo Pilia
Egregio Sig. Ministro,
Il mio nome è Edoardo Pilia, sono un docente di ruolo soprannumerario di scienze agrarie, laureando nel luglio 2014 in accademia di belle arti e, acquisito il titolo di studio, vorrei poter insegnare materie artistiche.
Tuttavia mi è stato spiegato presso gli uffici amministrativi che la normativa non prevede nel caso di materie non affini, la possibilità di passaggio di cattedra, né l’accesso ai T.F.A. o la partecipazione ai concorsi a cattedra, se riproposti con il vincolo del concorso 2012 che escludeva i docenti già in ruolo.
Le scrivo per portare alla sua attenzione una proposta di modifica delle regole che disciplinano il passaggio di cattedra nella scuola.
La mobilità interministeriale è stata più volte proposta, con l’intenzione di smuovere la stratificata abitudine all’immobilismo, per ri-motivare le energie del personale pubblico e produrre conseguenze positive per la società; ma ancora oggi tale mobilità è bloccata.
Le migliori intenzioni sono state sistematicamente mortificate dai molti distinguo, soprattutto economici, che differenziano ogni singola amministrazione; al punto che il pubblico impiego appare come il corrispettivo del sistema delle caste indiano.
La scuola potrebbe proporsi come esempio di mobilità reale, con un nuovo metodo dei passaggi di cattedra, anche perché l’insegnante di una disciplina ha lo stesso stipendio di chi ne insegna un’altra.
Purtroppo, per quanti titoli di studio si possano acquisire, oggi è anacronisticamente impossibile per un insegnante a tempo indeterminato, aggiungere altre abilitazioni a quella ottenuta con il superamento del concorso e l’inserimento in ruolo.
La mia proposta è che la possibilità di passare da una cattedra a un’altra non sia vincolata dalla “affinità” tra queste; ma che tale passaggio possa concedersi a chi acquisisce i titoli di stato (laurea) che sono il requisito per l’accesso ai pubblici concorsi.
Propongo che almeno tale ipotesi possa applicarsi ai docenti soprannumerari.
Ritengo che se l’amministrazione l’applicasse, potrebbero aversi dei vantaggi:
• La scuola avrebbe insegnanti più motivati e, nel caso specifico già in possesso delle competenze professionali psico-pedagogica, metodologico-didattica, organizzativa e relazionale (art.2 reg.249/10)
• L’amministrazione statale potrebbe utilizzare meglio gli insegnanti soprannumerari, e quindi risparmiare
Mi auguro si possa considerare questa proposta; insieme alla speranza che anche lei consideri il lavoro uno strumento di realizzazione personale e sociale, e non una cella in cui la consunzione delle energie e motivazioni porti alla più monotona indifferenza verso il proprio scopo e ruolo.
Con la speranza che la mia proposta possa trovare accoglimento, resto in attesa di ricevere una sua gradita opinione.
Ho dimenticato di postare questo aggiornamento:
” Gentile Professore, abbiamo ricevuto la sua lettera, e la informiamo di aver provveduto ad interessare l’Ufficio competente in materia.Si porgono cordiali saluti.La Segreteria del Ministro”
Spero non sia una risposta di cortesia che non si rifiuta a nessuno. Se qualcuno che ha dimestichezza con il Ministero, volesse darmi conferma… da parte mia gli anticipo un bel tenchiù.
dice Albert Einstein: “Tutti sanno che una cosa è impossibile da realizzare, finché arriva uno sprovveduto che non lo sa e la inventa”.
qui lo sprovveduto è Edoardo, che propone qualcosa che avvantaggia lo studente, l’insegnante e l’Amministrazione insieme.
nel mondo di Pinocchio, cantato da Edoardo Bennato (toh!, un altro Edoardo), Edoardo Pilia starebbe in prigione in prigione, che gli serva di lezione.
Mi pare che questa lettera non faccia altro che esprimere il buonsenso delle proposte che gli insegnanti sanno fare. Quale maggiore garanzia dei titoli acquisiti , per una mobilità che sappia collocare adeguatamente anche i soprannumerari? O l’ unico modo è mandarli a fare il sostegno un po come e dove capita? Speriamo che le risposte avute siano un segnale di vero interessamento. Manuela Serra saprà farsene carico.