Lettera a Gramellini – Antonella Piras
Signor Gramellini, di solito non prendo in considerazione i suoi comizi propagandistici, perché non seguo i programmi televisivi in cui è presente e non leggo i suoi articoli sulla stampa. Mi capita, come stavolta, di trovarmi i suoi post nelle pagine dei variegati gruppi fb di docenti . Questo articolo mi ha incuriosito perché speravo di trovarvi una riflessione e un ripensamento su uno degli aspetti più deleteri della 107, ammesso che questa truffa della buona scuola abbia degli aspetti che non lo siano.
La speranza però, come tutte le speranze, è vana. Lei prende uno dei decimigliaia di casi di Alternanza scuola-lavoro considerandolo una aberrazione rispetto alla norma, per affermare che da noi, in Italia, le cose buone vengano trasformate in spazzatura e, come al solito, superficialmente, non tiene in considerazione neanche la sua amata statistica, che da sola, la porterebbe alla conclusione che questa riforma è un orrore.
L’ASL altro non è che educazione al lavoro precario e non retribuito, sottrazione del diritto all’apprendimento e al libero insegnamento, perché la sottrazione di 400 o 200 ore di didattica o di studio autonomo, a seconda che venga svolta in orario scolastico o extrascolastico, è la negazione di un diritto, ancora costituzionale.
L’educazione e l’istruzione sono sempre più esternalizzate a soggetti terzi che non hanno né le competenze né il ruolo di insegnare alcunché. Mi spiega cosa può insegnare il tutor del Mcdonald’s se non la schiavitù del lavoro, in un’azienda che produce cibo spazzatura?
Cosa possono insegnare gli onnipresenti poliziotti, carabinieri, militari , se non l’obbedienza e la sottomissione a saperi gerarchizzati?
A lei tutto ciò potrà sembrare idealmente bello e buono se ben applicato e controllato, ma non mi venga a raccontare che questa è scuola.
La scuola è anche ozio, ozio nel senso della riflessione, del pensiero libero di meditare sui contenuti della conoscenza. Senza questo principio lei non potrebbe fare ciò che fa, cioè fare le sue riflessioni e renderle pubbliche e condivise, A MENO CHE NON DICHIARI DI APPARTENERE AD UNA CASTA DI PENSATORI CHE NULLA HA A CHE FARE CON UN MASSA IGNORANTE E SCHIAVA DA SORVEGLIARE E PUNIRE.