Dogman – Matteo Garrone
film scuro, anche quando è giorno, in un pezzo di terra colonizzato dagli umani, per vincere l’oscar della grande bruttezza.
per fortuna il film è davvero bello.
e per fortuna Garrone evita la violenza senza limiti insita nella storia, violenza che in quel quartiere si vede e si respira, anche senza volerlo, la lascia immaginare, ognuno veda la dose che può sopportare.
Marcello sembra uno uomo buono, senza troppe qualità, in realtà è un prodotto di quel luogo, di quelle situazioni, anche lui è coinvolto.
vuole essere amato, amico di tutti, ma certe volte bisogna scegliere da che parte stare, arriva quel giorno che bisogna fare qualcosa, e non si fa la cosa giusta (e nemmeno la meno sbagliata), e tutto il sorriso e l’ottimismo della volontà di Marcello si incrina, e va in pezzi.
resta poi la vendetta, per chiudere i conti, senza pietà, quando il tappo salta succede tutto, e anche di più.
Marcello è stato sposato, il tempo di avere una bambina, la luce dei suoi occhi, la ama ed è riamato, unici momenti di grande bellezza.
il film è pieno di individui brutti sporchi e cattivi, ci sono dei momenti in cui sembra essere un film di Claudio Caligari (è un complimento, s’intende),
Marcello ama i cani, i migliori amici dell’uomo, il contrario non è sempre vero, nessuna violenza sui cani è presente nel film, si tranquillizzino gli animalisti.
Marcello potrà finalmente farsi un negozio nuovo, dopo la vittoria al festival di Cannes, i cani saranno contenti.
è un gran film da non perdere, adesso al cinema.
qui Marcello Fonte si racconta, prima di vincere la Palma d’oro a Cannes
qui parla con la Palma d’oro in mano