E’ ora di cambiare la Costituzione – di Francesco Masala
«I genitori non ce la fanno a pagare la quota della mensa e i Comuni bloccano il servizio. 400 a Vigevano, 69 a Fino Mornasco, in provincia di Como, 250 a Mantova, mentre a Vercelli 500 rinunciano a iscriversi. Sono i primi numeri di un fenomeno destinato a espandersi. Bambini di scuole primarie e dell’infanzia esclusi dalle mense dei loro istituti. “Colpevoli” di non aver pagato la retta per la refezione scolastica negli anni precedenti, e perciò “vittime” delle politiche di rigore del proprio Comune. Perché se non paghi il servizio, non puoi mangiare il pasto caldo come i tuoi compagni di classe e si aprono due possibilità: portarti il cibo da casa e consumarlo in un’altra aula , dove i “morosi” vengono collocati, o lasciare la scuola all’ora di pranzo».
«…in alcune città, come testimonia un recente rapporto di Save The Children, l’esenzione non è addirittura prevista.
“In quei casi ci sono i consorzi di assistenza sociale. In qualunque momento il genitore può rivolgersi a loro e ottenere l’esenzione dal pagamento della retta. I veri bisognosi e gli indigenti riceveranno tutta l’assistenza necessaria. Gli altri invece…”.
Si riferisce a chi vuole fare il furbo, a chi elude la retta non per necessità?
“Esattamente. I cittadini morosi non solo sono le famiglie che non ce la fanno ad arrivare a fine mese. Sono anche i furbetti, quelli che nonostante abbiano ricevuto solleciti su solleciti dal Comune, con inviti alla rateizzazione del debito, continuano a non presentarsi. Questa è una pratica che lede i diritti di tutti ed è dannosa per tutta la popolazione”.
Ma a rimetterci in questo caso sono i bambini. Sono loro che pagano per tutti. Non si potrebbe trovare un modo per garantire comunque loro un pasto caldo, magari tagliando da qualche altra parte?
“Questa è una valutazione ingenerosa. Le assicuro che un sindaco è pronto a tutto prima di arrivare a tagliare sulle mense scolastiche o sui servizi socio-assistenziali. Si chiede, a esempio, se si possono tagliare le indennità dei primi cittadini o degli assessori? È una domanda lecita. La risposta è semplice: certo che si può. Ma non è dignitoso. Il nostro è uno stipendio assolutamente non congruo rispetto all’enorme carico di responsabilità che abbiamo. Il problema sta da un’altra parte”…».
Leggo i due articoli che riporto sopra e devo dire che non se ne può più dei furbetti che non pagano la retta della mensa per i figli, e magari spendono i soldi per la ricarica del telefonino o per comprare le sigarette, o magari hanno anche un cane o un gatto.
È veramente diseducativo che dei genitori facciano trovare così male i figli, li facciano soffrire perché dicono che non hanno soldi, che vadano a lavorare, ci siamo tutti stancati di mantenere mangiapane a tradimento
E basta con questo pietismo cattocomunista, i bambini devono imparare da piccoli come funziona il mondo, chi non lavora non mangia, mica siamo il paese dei balocchi.
E se dessimo da mangiare a tutti i bambini gratis, zingari, negri e tutti gli scarti umani verrebbero in Italia, anche con i bambini, ancora più di adesso.
Sarebbe insostenibile per il Paese, signora Contessa.
Queste che avete letto sono le parole che mai scriverò, o penserò, roba da TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio).
Quello che penso è questo, e sono le cose che pensa anche Chance il giardiniere (protagonista di quel film immenso che è “Oltre il giardino” le direbbe al presidente degli Stati Uniti d’America):
«ogni Paese è come un orto, e i bambini sono i semi e le piantine, che poi diventeranno cittadini responsabili e orgogliosi, curati con amore durante l’infanzia e l’adolescenza, e produrranno frutti sani e meravigliosi.
ma se gli ortolani, da noi, amano la plastica, i soldi, i concimi chimici e i diserbanti faranno il deserto colturale e culturale, i semi li compreranno da Monsanto, cosa importa loro del ciclo naturale delle stagioni, della salute, della bellezza, della gioia?
ecco che, insieme a Chance il giardiniere, proponiamo che all’articolo 3 della Costituzione italiana si aggiunga il seguente comma:
“Tutti i bambini, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali, hanno diritto a mangiare gratuitamente nelle mense scolastiche della scuola dell’obbligo. I costi sono a carico della fiscalità generale.”
Il grande presidente uruguayano Pepe Mujica, che ama i fiori, il giardinaggio e l’orto, queste cose le sa bene; mi ha detto Chance che sono grandi amici e spesso passano le vacanze insieme, nell’orto di Pepe, felici.
Chance è molto pessimista sul nostro Paese, mi ha detto che sta leggendo Gramsci, Pepe gli ha regalato i libri.
Mi ha detto oggi Chance che quella storia dell’ottimismo della volontà, di Gramsci, gli piace molto, solo uno che ha conosciuto la campagna poteva pensare una cosa così semplice e così profonda.