IL MASSACRO DI AFRIN POTEVA ESSERE EVITATO
Erdogan è deciso nell’annientare la città di Afrin. Finora tra i Curdi si contano almeno un migliaio di morti. Il sultano ha fatto capire chiaramente che sotto tiro saranno anche i soldati americani mimetizzati da YPG.
Gli States impegnati nella Siria nordorientale nell’addestramento di 30.000 combattenti prevalentemente curdi, in effetti poco s’interessano della città di Afrin, a parte qualche protesta di rito. Perché, a mio giudizio, contrariamente alle apparenze che sembrano dirci di un grande contrasto tra due Paesi Nato e di un grande smacco per la politica mediorentiale statunitense, l’esercito turco è intento a creare quella zona di protezione o di “cuscinetto” che era fin dagli inizi della guerra contro Assad un obiettivo strategico non solo della Turchia ma anche degli States. Un cuscinetto che potrà essere di grande utilità per le due potenze quando a fine anno si dovrà discutere a livello internazionale a Ginevra del futuro della Siria.
Non diversamente da come avvenne nella sovversione contro Saddam Hussein, il duo Trump/Tillerson, alla stessa stregua del duo Nixon/KIssinger tradirà i Curdi, abbandonandoli alla tenaglia tra la Turchia e i Paesi che hanno voluto sfidare. La sacca creata dall’esercito americano nella Siria nord-orientale, in territorio sotto controllo curdo, ai confini con Turchia ed Iran. costituisce una rampa di lancio per aggredire l’Iran. Ed è il motivo principale per cui gli States vogliono restare illegalmente in Siria, come affermato con arroganza dal Segretario di Stato Rex Tillerson.. L’occupazione della Siria è attestata ulteriormente dalle basi concesse dai Curdi nel loro territorio( molte fonti ne accreditano dieci)
Che i Curdi abbiano giuocato pessimamente le loro carte risulta evidente ad un’analisi rigorosa. Scegliere gli Stati Uniti come loro alleato nel rebus mediorientale è stata una manovra suicida, come viene tragicamente dimostrato dal massacro di Afrin. Gli americani difficilmente muoveranno un dito per impedire che il potente esercito turco, secondo nella Nato solo agli Stati Uniti, faccia un deserto nell’area interessata. Per gli americani i Curdi sono solo pedine da giocare a piacimento, secondo propri interessi tattici e strategici. Va detto, infatti, che Trump e il suo staff militare non hanno mai usato termini come “alleati” o “amici” per indicare i combattenti curdi.
Molti militanti senz’altro sinceri, non solo in Italia, hanno accusato di tradimento la Siria e la Russia, evidentemente a causa delle scarse competenze del quadro geopolitico, come è successo ultimamente sulla questione Giulio Regeni, nella ingenua dimenticanza degli interessi inglesi in Egitto contro l’Italia e più precisamente contro l’Eni.
E’ bene ricordare che la Siria ha dato la sua disponibilità perché venissero protetti i confini e la città di Afrin. Ma il PYD ha rifiutato, perdendo il sostegno militare dell’esercito siriano e la protezione aerea russa. In un tale contesto avrei giudicato molto difficile un intervento militare del sultano che ,non arrendendosi , avrebbe cercato altre strade, innanzitutto quelle terroristiche. Afrin, penso, non sarebbe stata aggredita dall’aviazione turca.
Ricordo che il governo siriano ha fermamente condannato l’invasione illegale dell’esercito turco nelle terre siriane e che, severamente impegnato nella provincia di Idlib è riuscito a fermarne la poderosa avanzata, permettendo, tra l’altro, il passaggio, nelle aree sotto il suo controllo, di combattenti curdi che volessero recarsi nelle aree di combattimento…e che non si capisce perché la Russia(che aveva chiesto agli states perentoriamente di fermare il suo alleato Nato) dovrebbe intervenire per aiutare chi ha collaborato con gli yankees, durante l’atroce guerra siriana, massimi responsabili del terrore e delle tragedie che hanno caratterizzato, per più di cinquant’anni, la destabilizzazione e il caos nel vicino e nel medio Oriente. Inoltre, i Curdi, aggregandosi nei combattimenti e nell’addestramento agli ex padroni del mondo hanno favorito il recupero dei jihadisti, riabilitati honoris causa, jihadisti sempre protetti dall’esercito Usa dalle incursioni aeree e dalle forze di terra siriane ed iraniane.
Buone notizie arrivano da Sochi, dove più di mille delegati governativi e delle opposizioni, hanno concordato un documento che difende, a chiare lettere, l’integrità territoriale della Siria, comprese le aree del Golan abusivamente occupate da Israele. Un documento trionfale per la diplomazia russa su cui i dirigenti curdi dovrebbero riflettere perché parla di un Medio Oriente libero da truppe americane e dall’arroganza sionista. Un ottimo viatico per Ginevra.
Rompere le “alleanze” attuali con la spietata macchina da guerra Usa, da cui non può che venire del male, e stringere accordi con l’Asse della Resistenza è un’esigenza dirimente per i Curdi se aspirano ad una ricontrattazione dei loro diritti in Siria, in Iraq e anche in Iran, e quindi ad una collocazione geopolitica che abbia un futuro positivo e durevole nella Regione.
Antonello Boassa