NICARAGUA. IDENTICO COPIONE. VENEZUELA, SIRIA…

Non c’è più da stupirsi. Giornali di destra come anche di “sinistra” non hanno dubbi. I disordini, i massacri, il caos economico sono di volta in volta opera delle “dittature”. In Venezuela con Maduro, in Siria con Assad, ora in Nicaragua con Ortega. Dello stesso avviso i “sinistri di appendice PD e certi pacifisti che, ai tempi della Libia, un vero pacifista come Patrick Boylan aveva definito “pacifisti con l’elmetto” ( non fu “Medici senza frontiere” a chiedere di bombardare la Libia per farla finita con le migliaia di morti denunciati da “Save the Children”?. Migliaia di morti che nessuno trovò naturalmente).

Le dichiarazioni dei governi del’ “Alba” latinoamericana a favore della resistenza della coppia Ortega-Murillo non possono certo scuotere le convinzioni dei nostri costruttori di pace( Morales non è un feroce dittatore nemico dichiarato degli States?). E neanche credo possano insinuare qualche dubbio, tra i militanti anti-Ortega, la manifestazione a Managua di 500.000 persone a favore del “regime”, lasciata ovviamente all’oscuro dai media mainstream all’opinione pubblica internazionale e le prove schiaccianti sui crimini commessi da mercenari presumibilmente di ritorno dal Venezuela(vedi Siria).

Gli States sono l’Impero del caos, governano il mondo con il caos( una delle operazioni più riuscite e sempre privilegiate consiste nell’utilizzo di cecchini che sparano sia contro i “rivoltosi” sia contro le forze di polizia -così in Yugoslavia, in Siria, in Libia, in Venezuela-), senza dimenticare gli embarghi, le serrate, le sanzioni che costringono la popolazione alla fame, all’assenza di farmaci… alla disperazione naturalmente da attribuire al “regime” che di volta in volta viene preso di mira dagli States, dalla UE, dalla “comunità internazionale”

Nonostante il copione sia sempre lo stesso, risulta ipocritamente di difficile decifrazione dalle destre e dalle “sinistre” italiche. Anche i registi sono sempre gli stessi: CIA, Pentagono, Casa Bianca…E naturalmente a livello locale i latifondisti, gli imprenditori privati, i piranha della grande finanza, le alte gerarchie ecclesiastiche. Anche i principali finanziatori sono sempre gli stessi. Il NED(Nazional Endowment for Democracy) di George Soros, l’USAID( Agenzia statunitense per lo sviluppo) gestita dalla CIA, il GLOBAL WITNESS che gode sostanzialmente dei finanziamenti del noto filantropo George Soros.

Secondo una giornalista vera, Geraldina Colotti (invisa al “Manifesto” per i suoi non ideologici reportage sul Venezuela) che riporta scrupolosamente i dati raccolti da Global Research, la sola NED “ ha stanziato oltre 4.400 milioni di dollari per costruire un’opposizione in Nicaragua, più di 700 milioni nel solo 2017” 1). Finanziamenti che arrivano soprattutto alle Ong che, tramite i finti veli umanitari di ispirazione yankee, informano l’opinione pubblica locale ed internazionale dei massacri, delle devastazioni, delle violenze, delle uccisioni attribuendole non ai veri protagonisti, mercenari, fascisti, reazionari di ogni sorta ma naturalmente, come ultimamente è accaduto in Siria ed in Venezuela, al “regime dittatoriale” di Ortega-Murillo.
Non da trascurare i fondi che arrivano da altre agenzie statunitensi agli studenti delle scuole private, vezzeggiati e ulteriormente finanziati dagli anticastristi di Miami, in modo che possano avere accesso a borse di studio, a hotel prestigiosi, a viaggi lussuosi restituendo in cambio organizzazione di manifestazioni eversive e petizioni alla “comunità internazionale”

Le manifestazioni di protesta popolare del 18 aprile sono avvenute a causa di una proposta governativa di riforma della Previdenza sociale che avrebbe comportato un aumento dei contributi per i lavoratori dello 0.7% e per gli imprenditori del 3,5”, Una proposta giusta che andava in direzione di un riequilibrio dei “sacrifici” per risanare i conti dell’istituto di Previdenza. Il grave errore di Ortega di non consultare adeguatamente la base sandinista è stato un regalo prezioso per le classi dominanti che, con i media, con le ONG, con gli studenti delle Università private, hanno saputo rivolgersi alle masse popolari, cercando, e in parte riuscendo, di aizzarle contro la “dittatura” di Ortega. Il quale, va detto, negli ultimi tempi, ha inanellato errori su errori, non portando avanti adeguatamente la Riforma agraria che è rimasta a metà del guado, esagerando in pragmatismi con le classi dominanti che subito coglievano la palla al balzo per far ritornare le cose quasi al livello di partenza, e soprattutto non consultando la base sandinista come tempo prima…

Da ciò la disillusione di intellettuali latinoamericani di livello, quali Manuel Donoso e il grande poeta Ernesto Cardenal che addirittura hanno parlato di fine del Sandinismo. Credo che sbaglino. Davanti alle difficoltà che si sono create a causa di una gestione politica non sempre adeguata del duo Ortega-Murillo è necessario non creare spaccature ma semmai intervenire per favorire una ripresa del Sandinismo, una ripresa della democrazia interna e di un rapporto più cogente con le masse popolari che hanno beneficiato in questi decenni di una crescita del PIL attorno al 3/4% annuo, che hanno potuto veder crescere i salari e le pensioni e ridurre la povertà assoluta. Si pensi cosa accadrebbe all’America latina se cadesse Ortega e con lui anche Maduro, dopo che in questi ultimi anni gli States sono riusciti a riconquistare Honduras, Paraguay, Argentina(gravi errori di Ernesto e Cristina Kirchner), Brasile(anche qui grandi manchevolezze di Dilma Rousseff e di Lula). Si ritornerebbe al cortile di casa degli Stati Uniti, di cui aveva parlato Mao.
Ma le organizzazioni operaie e contadine come la mitica Via Campesina non hanno rivolto le spalle. Anche loro nella grandiosa manifestazione dei 500.000 a sostegno del Sandinismo nato sulle ceneri della dittatura feroce di Anastasio Somoza. Figlio di puttana secondo molti deputati americani. Ma “il nostro figlio di puttana” precisava Franklin Delano Roosevelt.

Daniel Ortega che è stato eletto nel 2016 con il 72% dei voti e con il 66% di partecipazione, ” ha proposto un dialogo nazionale, con la mediazione della Chiesa cattolica, e si è detto pronto ad esaminare tutte le proposte”2). Verrà istituita una Commissione parlamentare per ristabilire pace e verità, pace e verità come auspica la maggior parte del popolo nicaraguense.
NOTE
1) Geraldina Colotti “ La lunga marcia del Nicaragua sandinista” in “L’Antidiplomatico” 18/7/18
2) Geraldina Colotti, op. cit.

Antonello Boassa

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