REPORT del faccia-a-faccia tra precari uniti e funzionari del MIUR nel giorno del primo sciopero Precario (11 APRILE)
REPORT DELL’INCONTRO DELLA DELEGAZIONE DEI PRECARI UNITI CONTRO I TAGLI CON I FUNZIONARI DEL MIUR, SVOLTOSI IL GIORNO 11 APRILE (SCIOPERO DEI PRECARI E DELLA SCUOLA TUTTA)
Il presidio svoltosi al Miur l’11 aprile, giorno del primo Sciopero indetto dai precari della Scuola, è riuscito, con determinazione, ad estorcere agli occupanti del Ministero un tavolo di confronto al quale sono state presentate le istanze del movimento per la difesa della Scuola pubblica, compendiate nella piattaforma sulla base della quale lo Sciopero era stato indetto… Riportiamo, qui, per gruppi di criticità, le risposte fornite alla delegazione dei rappresentanti del Movimento dai due funzionari ministeriali che si sono infine seduti al tavolo, il Capo del Dipartimento dell’Istruzione, Dr. Luciano Chiappetta, e il Vice-Capo Gabinetto (Resp. Ufficio legislativo) Dr.ssa Simona Montesarchio.
TAGLI E SPERIMENTAZIONE DELL’ITER SUPERIORE IN QUATTRO ANNI
La Giannini ha presentato le linee programmatiche del suo ministero prevedendo, secondo i funzionari, un’inversione di tendenza rispetto ai tagli. Nel DL 104 Carrozza, che costituisce l’attuale canovaccio seguito dal Miur per l’amministrazione ordinaria, sono stanziati 400 milioni di euro e vengono parzialmente restituite le borse di studio agli studenti. Riguardo alla sperimentazione del “liceo in quattro anni” – avviata col parere negativo del Dr. Chiappetta, il quale ha dichiarato di aver pure vivamente consigliato al ministro di ricomporre il CNPI, il cui assenso è obbligatorio e vincolante per l’avvio di ogni sperimentazione -, pare che essa non incontri particolare favore, per via del compattamento degli orari necessario ad evitare uteriori tagli e un impoverimento eccessivo della didattica (ci sono quadri che contemplano anche 36 ore settimanali, con compresenze e lezioni pomeridiane). E’ dunque improbabile che, alla fine dei quattro anni, si abbia una sua veloce estensione analogica a tutto il territorio nazionale, anche perché gli organici attuali, che coprono il 98% del fabbisogno di insegnanti della Scuola superiore, ne risulterebbero falcidiati, dando origine ad almeno 25.000 esuberi, non facilmente ricollocabili. L’aumento delle ore settimanali sarebbe funzionale proprio all’impiego di questo personale, lasciando inalterati gli organici. Non si verificherebbero, quindi, nuovi tagli in ragione della riduzione del percorso di formazione. I funzionari hanno affermato che la disamina degli aspetti critici relativi alla sperimentazione non è una priorità del ministro Giannini, mentre un impegno forte della Giannini, tradottosi in un imput ai funzionari, sarebbe quello della riduzione del precariato, che, come la Giannini ha potuto constatare, ha numeri considerevoli; il ministro ha intenzione di attivare dei “gruppi di ascolto” delle diverse tipologie di precari e ha dato ai funzionari 45 giorni di tempo per “mappare” le categorie di precari, che saranno poi verosimilmente ricevuti singolarmente.
ASSUNZIONI E TURN-OVER
I Precari hanno con forza ribadito che la richiesta cardinale del Movimento è l’assunzione a tempo indeterminato di tutti i precari della Scuola, docenti e Ata, attraverso il rifinanziamento della Scuola Pubblica e il ritiro dei tagli Gelmini. Hanno altresì chiesto, senza pretendere di proporre soluzioni operative, che costituiscono il proprium dei tecnici del Ministero, appunto, l’attivazione di un sistema di reclutamento unitario, che consenta, in tempi rapidi, l’immissione in ruolo di tutti i docenti abilitati inseriti nelle Gae, dei neoabilitati TFA e di tutti i docenti non abilitati, seguendo, per quanto riguarda i tempi di stabilizzazione, il criterio del servizio prestato e dei titoli. L’obiettivo, ovviamente, potrebbe essere raggiunto con maggiore facilità mandando in pensione i docenti che hanno maturato il diritto alla quiescenza il 31 agosto del 2012, e che la Riforma Fornero ha costretto a restare in cattedra almeno fino al 2017. Per questi 3.800 colleghi, noti ormai come i “QUOTA 96”, occorrerebbe reperire un finanziamento di 90 milioni, ma, al riguardo, Chiappetta ci ha riferito che il governo è stato irremovibile nel suo diniego, forse paventando analoghe richieste da parte di altri settori della P.A. Per quanto riguarda le assunzioni previste per il prossimo futuro, Chiappetta ha fatto riferimento al Piano triennale di assunzioni contemplato nel DL 104 Carrozza; ha successivamente ammesso che la Riforma Fornero ha fallito parzialmente il suo obiettivo, nel senso che i pensionamenti non si sono ridotti nella misura deisderata dal governo; non sono, infatti, 9.000, per la Scuola, come era stato preventivato, ma 14.000.
A questi si potrebbero aggiungere 8000 cattedre fino al 31 agosto che attualmente vengono defalcate dall’organico di diritto per consentire a chi è in esubero di occuparle. Il Tesoro, cioè, impedisce di annoverarle tra le cattedre di diritto perché molti insegnanti in esubero vanno ad occuparle. E’ stato reso noto che, al momento, l’ARAN (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni) sta cercando di portare a termine un accordo negoziale che consentirebbe di aggiungere queste 8000 cattedre alle 14.000 dei pensionandi e alle 15000 di sostegno (di cui 4000 già coperte da finanziamento), il che sarebbe positivo anche in relazione ai moniti dell’UE, perché sono proprio queste cattedre “vacanti” (al 31 agosto) a provocare la reazione e le condanne dell’Europa.
MONITI DELL’UE E INTENZIONI DEL MINISTERO
Rispetto ai pronunciamenti dell’UE, la risposta dei funzionari è stata elusiva. Hanno detto che sarà il MEF a doversi fare carico delle risorse da impiegare o per il pagamento della multa o per la stabilizzazione dei precari
CHIAMATA DIRETTA DA PARTE DEI PRESIDI E RECLUTAMENTO
Sulla paventata “chiamata diretta”, i funzionari hanno reagito stemperando le polemiche e le tensioni. Secondo Chiappetta, la chiamata diretta sarebbe, oltre che attualmente incostituzionale, oltremodo dispendiosa, perché comporterebbe l’indizione di un concorso per ogni cattedra che si rendesse disponibile in qualsivoglia scuola, con costi insostenibili. Inoltre, dovrebbe essere modificato lo stato giuridico dei docenti (da dipendenti dello Stato a dipendenti della Scuola singola), il che comporta un iter giuridico lungo (ma della durata di non più di 14 mesi!) e complesso, con doppia lettura e votazione della legge e con il beneplacito del Consiglio di Stato a termine dell’iter. Quello che è allo studio è un sistema di reclutamento “per reti di scuole”, consistente nel bando di concorsi a livello provinciale o distrettuale (60-70 scuole consorziate). Per quanto attiene all’organico funzionale, invece, secondo Chiappetta ci sarebbe da distinguere, perché ce n’è una declinazione negativa e una positiva. La negativa è quella che porterebbe ad assegnare pure gli spezzoni ai docenti di ruolo, ottimizzandone la forza-lavoro con un aumento delle ore curricolari e facendo, così, sparire i supplenti; quella positiva, invece, comporterebbe un incremento funzionale dell’organico allo scopo di garantire la copertura di quelle attività extracurricolari che sono a carico del docente titolare. In questo caso, invece di assegnare al supplente lo spezzone, gli si garantirebbe un ingresso in organico e, quindi, l’immissione in ruolo, allargando la richiesta di personale necessario al fabbisogno della Scuola.
SUPPLENZE BREVI (RITARDO NEI PAGAMENTI) E FERIE NON GODUTE
Sulle supplenze brevi non pagate, i funzionari hanno ammesso che qualche problema si può verificare e che il cambio di gestione dei fondi (oggi i pagamenti sono tutti centralizzati) ha creato un disservizio, probabilmente dovuto al fatto che la spesa complessiva per le supplenze brevi è risultata superiore alla previsione di spesa effettuata dal MIUR sulla base delle supplenze assegnate l’anno scorso, sicché sono stati “caricati” meno soldi sui conti. Hanno invitato a segnalare tempestivamente al Gabinetto ogni eventuale ritardo, così come pure a segnalare i tentativi di ostracizzare le indizioni di sciopero da parte di presidi che impediscono la circolazione dei bandi, ovvero oppongono assurde resistenze alla comunicazione dello sciopero.
La mancata monetizzazione delle ferie, invece, essendo legata all’applicazione della relativa norma contenuta nella Spending Review, non è un tema che si possa affrontare sul piano tecnico, ma solo su quello politico, cui unicamente spetta la scelta di modificare tale punto.
BES E INVALSI
I funzionari hanno negato che le direttive sui BES siano finalizzate al taglio dei posti di sostegno e che abbiano effettivamente determinato un calo dei posti; anzi: Chiappetta ha sostenuto che i posti di sostegno sono cresciuti esponenzialmente negli ultimi anni. Anche sui quiz INVALSI i funzionari hanno difeso la linea ministeriale, sostenendo che la valutazione è diventata un perno della propaganda governativa e della politica scolastica. Ciò vuol dire che, se anche i quiz INVALSI non dovessero essere generalizzati e “naturalizzati”, come appare plausibile dalle resistenze che molti oppongono da anni, un altro sistema di valutazione sarebbe comunque adottato, magari un sistema in grado di controllare anche i “controllori” (dirigenti).
QUESTIONE DIPLOMA MAGISTRALE
E’ stato confermato che il parere del Consiglio di Stato è vincolante per il ministero; quindi, i diplomati magistrali (25.000, secondo il computo aggiornato ) verranno tutti inseriti in II fascia delle GI, erga omnes confermata. E’ stato anche preannunciato che il decreto di aggiornamento delle graduatorie di Istituto conterrà l’annullamento dei percorsi TFA e PAS per questa categoria di docenti che, dopo il parere del CDS, non ne hanno più bisogno e che comunque vanno abrogati. I precari interessati hanno comunicato all’amministrazione di aver già presentato diverse denunce/querele presso le procure della repubblica di varie regioni e province, cosa che ha colpito molto i funzionari. Confermato, poi, da parte del Miur, il non inserimento in GAE per il quale i precari hanno dichiarato che si rivolgeranno, ai Tribunali, stante anche il parere sopracitato del Consiglio.
Dopo discussioni sul riordino dei cicli svoltesi a margine della seduta, interessanti ma rispecchianti solo l’opinione personale del Capo di Dipartimento, la riunione si è sciolta.
Bilancio dell’incontro e indicazioni per la lotta
L’incontro è stato utile a comprendere le priorità del MIUR, le resistenze opposte dai “tecnici” ai politici e la tempistica di attuazione dei provvedimenti ritenuti più urgenti dal ministro. Sull’imput dato dalla Giannini ai funzionari per la mappatura delle diverse tipologie di precari occorre riflettere attentamente in vista delle mobilitazioni future, perché è chiaro il tentativo di dividere il fronte della lotta promettendo a ciascun gruppo “riserve” di posti, a partire dalla verifica della disponibilità degli stessi all’accettazione di un sistema privatizzato e aziendalizzato. Sui tagli, questo governo non ha intenzione di fare dietro-front. Le assunzioni promesse, a parte le 8000 cattedre destinate agli esuberi che potrebbero essere aggiunte all’organico di diritto, sono poca cosa rispetto alle aspettative dei precari. Tali posti aggiuntivi, però, a quanto è stato possibile capire, verranno propagandisticamente utilizzati, anche allo scopo di tacitare l’UE e i suoi moniti. I concorsi per “reti di scuole” (che non cambiano la sostanza della chiamata diretta) sono un pericolo incombente, anche perché gli itinera complessi e lunghi prospettati dai funzionari sono bypassati facilmente dal ricorso al decreto-legge e dalla paralisi delle istituzioni, nonché dal disprezzo già più volte manifestato per le garanzie costituzionali. L’INVALSI è un argomento che imbarazza il Miur. Il boicottaggio dei quiz ha evidentemente dato i suoi frutti e l’insofferenza di docenti, studenti e genitori ha rallentato enormemente il processo di “normalizzazione” delle Scuole, anche per le ricadute economiche e sperequatorie degli esiti delle prove.
Occorre, perciò, insistere su questo fronte, coinvolgendo studenti e genitori in una battaglia che è cruciale perché direttamente legata alla strumentale nozione di “merito” spesso tirata in ballo, unilateralmente definita e declinata in maniera monovalente dal ministero.
Bisogna dunque procedere verso lo sciopero anti-Invalsi del 6, 7 e 13 maggio, e verso la costituzione di un solo e unico fronte di lotta per costringere il governo a invertire la rotta su precariato, reclutamento e libertà di insegnamento.
per il Movimento dei Precari Uniti
Marcella Raiola