.. Sul premio ai meritevoli – Silvia Martelli
Ciao a tutte/i,
l’occasione per salutarvi e augurarvi un sereno anno di lavoro è il ritrovarmi inserita nella lista degli insegnanti meritevoli del bonus in denaro.
Come alcune/i di voi sanno, non ho compilato il questionario redatto dal comitato di valutazione e nel mese di luglio ho inviato una dichiarazione al DS di non disponibilità alla valutazione docente (che vi allego), in coerenza con le posizioni che ho sempre assunto nei confronti della legge 107. Insieme con me altre/i colleghe/i
hanno fatto lo stesso.
Il dirigente ha ritenuto di non dover prendere in considerazione la mia dichiarazione e ha invece proceduto secondo una logica meramente burocratica, ma fortemente politica.
Se anche nelle intenzioni del DS, per come l’ho conosciuto, credo di poter ravvisare una ricerca di equità e correttezza, senza alcun intento provocatorio, nella pratica io sento e vivo questa sua decisione come una mancanza di rispetto e come un atto politico fortemente significativo. Perché al mio gesto di tirarmi fuori dalla logica perversa di condizionare il riconoscimento del mio valore di insegnante e, quindi, di subordinare la mia libertà di insegnamento a una gratifica in denaro (che vista la consistenza, ribadisco, si configura come una misera mancetta), lui ha risposto con una decisione che di fatto mi pone in una posizione paradossale: mi ha coinvolta, mi ha tirata dentro e, qualunque cosa faccia io ora, sono dentro. Ha voluto rendermi complice.
Faccio parte degli insegnanti meritevoli. Ma questo lo sapevo già. Non avevo certo bisogno del gesto che dall’alto mi investisse di un riconoscimento magnanimo, per saperlo. Ogni giorno nel mio lavoro vengo valutata da alunne/i e genitori ed è solo il loro riconoscimento che ha valore per me nella scuola pubblica. Non viviamo ancora in un
principato (anche se i sintomi ci sono tutti), lavoro per diritto non per magnanimità e per diritto percepisco uno stipendio: anche in questo sta la democrazia e la libertà. Nel diritto, non nella discrezionalità, nella libertà non nella subordinazione del lavoro a un premio in danaro.
Quando quasi tutte/i noi abbiamo partecipato massicciamente alle proteste contro la legge 107, lo dicevamo: il bonus per i meritevoli ci avrebbe diviso, avrebbe creato una gerarchia tra buoni e cattivi, avrebbe sollecitato la competizione sgomitante piuttosto che la cooperazione, avrebbe alimentato rivalità e rancori. Ma poi è andata
così, come qualcuna ha detto “La legge è legge” e supinamente accettiamo. Il diritto è diventato discrezionalità, senza più certezza.
Quella lista di meritevoli, che per quel che vedo e sento nelle scuole sembra più essere una lista di proscrizione per chi non c’è, è una lista che non dice la verità. Anche se redatta nel rispetto burocratico delle forme, non dice la verità nella sostanza: io so, e lo sappiamo tutte/i, che in quella lista non ci sono tanti/e altri/e insegnanti bravi/e;
io so, e lo sappiamo tutte/i, che quella lista non incide di una virgola sui problemi della scuola, sulla qualità dellascuola.
Quello che si pensava, volendo entrare a far parte del comitato di valutazione, è svanito in un fiato di vento, ripiegato in sé. Il risultato è che il malcontento aumenterà, la frustrazione della maggioranza crescerà, la divisione tra docenti si consoliderà, e il gioco al massacro della scuola pubblica si concretizzerà definitivamente.
Sono arrabbiata, perché la decisione del DS mi mette nell’angolo e qualunque iniziativa potrò prendere, io in quella lista ci sono. Ma non ne sarò complice. E, anche se di poco valore e incisività concreta, questa mia lettera è la stigmatizzazione di una decisione presa su di me contro la mia volontà. Rispettoso sarebbe stato attenersi a quella volontà.
Qualunque cosa si potrà dire in difesa della decisione del DS, questa non toglierà l’evidenza che nella sua discrezionalità c’era la possibilità di rispettare la mia volontà.
Tra l’altro, rilevo un’assoluta mancanza di trasparenza in questa brutta faccenda: non sono stati pubblicati i criteri di valutazione, nè è stata pubblicata la lista dei docenti meritevoli, nè il premio in denaro.
La pubblica amministrazione (ah, nomen omen) è invece tenuta a pubblicare all’albo tutti i premi ottenuti dai dipendenti a vario titolo, per garantire il massimo della trasparenza. La privacy non c’entra nulla e non averlo fatto implicitamente sottintende l’indicibilità della cosa.
E’ vero, infatti, è indicibile.
Ancora un augurio di buon lavoro.
Silvia
Per conoscenza questa mail è inviata anche al DS