I colleghi trasferiti fuori provincia o fuori regione devono poter tornare a casa.

In questi giorni la direzione scolastica regionale Sarda e i 4 uffici scolastici territoriali stanno procedendo con le nuove immissioni in ruolo. Queste immissioni sono state fatte sui posti disponibili che sono stati sottratti alla disponibilità dei trasferimenti interprovinciali. Ciò è avvenuto per chiara volontà governativa, volontà che ha trovato l’avvallo dei sindacati di Stato che, come lo scorso anno avevano firmato un contratto sulla mobilità che grida ancora vendetta, così quest’anno hanno sottoscritto la riserva del 60% dei posti per le nuove immissioni in ruolo, tagliando fuori tutti i colleghi e le colleghe fuori provincia, compresi quelli obbligati dal piano di reclutamento previsto dalla legge 107/2015 ad accettare una cattedra disponibile su tutto il territorio nazionale. Per sardi e per siciliani “fuori regione” significa fuori dall’isola. E per i sardi: lontano dall’isola. E con costi di trasporto non lievi da aggiungere alle spese vive.

L’aver trascurato i docenti emigrati è stata e resta una delle più grandi ingiustizie che si siano consumate nella storia della scuola in questi anni. Si immettono in ruolo nuove persone senza aver dato la possibilità di rientrare a coloro che sono stati assunti prima. Così come due anni fa si era previsto un piano di reclutamento senza aver prima sistemato i docenti in esubero. Oltre che perversa e ingiusta, la cosa appare anche paradossale: sembra che il governo voglia punire le persone che hanno aderito al piano di reclutamento della legge 107/2015. Come a dire: peggio per voi che siete cascati nella nostra rete. Se aveste detto no, sarebbe stato meglio per voi. Ma non potevate saperlo. E infatti non per tutti è andata male. Molti hanno trovato sistemazione (come era giusto) nella provincia di residenza e di lavoro abituale.

Lo scorso anno, su proposta dei Cobas Scuola Sardegna alla Direzione scolastica Regionale della Sardegna, era stata varata una norma del contratto regionale che prevedeva la possibilità di utilizzazione o assegnazione provvisoria anche su posti di sostegno per tutti i docenti privi di specializzazione. E ciò aveva reso concretamente possibile il rientro di colleghi titolari fuori regione e fuori provincia. Quest’anno però il ministero è intervenuto per impedire la proroga di una simile clausola, richiamando una norma contrattuale del 2007, che è stata confermata nel contratto sottoscritto con le OO. SS. rappresentative il 21 giugno. E quindi ora i colleghi vedono avvicinarsi lo spettro della partenza. 

Vista l’impossibilità di una contrattazione regionale riteniamo urgente e necessario un intervento politico della regione Sarda a favore dei docenti e delle docenti emigrati che sono costretti a lavorare lontano  dalla famiglia, dagli affetti e dagli interessi di vita, gravati da impegni economici insostenibili per vivere e lavorare lontano da casa. Con lo stipendio di base di insegnante non è possibile infatti pagare due case (con tutto ciò che comporta), pagare i viaggi per ritornare periodicamente a casa. Senza trascurare l’assurdo paradosso che comunque qui ci sono i posti, la maggioranza dei quali, in mancanza di personale specializzato, sarà dato a supplenza a personale precario non solo non specializzato ma spesso nemmeno abilitato.

 

scarica il volantino (pdf)

per i Cobas scuola

Andrea De Giorgi

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