LA MISURA E LA PERVERSIONE a cosa serve un Parlamento – di Gian Luigi Deiana

LA MISURA E LA PERVERSIONE
a cosa serve un Parlamento

Palazzo Madama, sede del Senato della Repubblica, ha ospitato ieri una seduta teatrale, benefica e provvidenziale; la comune espressione spregiativa ‘fare teatro’ non rende merito alla necessità politica del “teatro”, inteso come il luogo nel quale davanti al pubblico dei cittadini l’azione politica prende forma e tra gli attori politici interviene una comparabilità e scaturisce una misura.

Nel corso degli anni l’azione e gli attori, la comparazione degli argomenti e la possibilità della misura sono sgusciati via dal loro luogo deputato e sono stati trapiantati in sedi artificiose e false, prima gli studi televisivi o poi i cosiddetti social; Berlusconi è stato il campione dello scippo della politica sulla tv come Salvini è stato il campione del sequestro della politica sugli account; non sono i soli, per esempio anche Renzi ha usato questa scorciatoia.

Questo trapianto non è grave, è mortale: significa sottrarre il mio bambino, il bambino di noi tutti, rinchiuderlo al servizio della propria sconcezza e abusare di lui: può essere ammissibile che questo lo si conceda a un comune parlamentare, ma non può essere concesso a un capo di governo, o a un ministro, o anche solo a un sindaco, i quali hanno un solo campo obbligato in cui parlare e “rendere conto”, quello in cui possono essere misurati pubblicamente senza trucchi e senza truccatori.

Trucchi e truccatori, e cioè lo “staff”: il capitolo dello “staff” è platealmente una variante da pervertiti, molto più del celebre giglio magico e delle cene di Arcore; ripeto: un capo politico che miscela questa sua funzione con quella di ministro e svolge questa miscela attraverso uno “staff” è un pervertito, e nel caso attuale si tratta del ministro dell’interno; che ne diremmo di un giudice che su una sua causa in corso espone il suo giudizio di colpevolezza e il dispositivo della sua sentenza su facebook? e se lo fa come prassi usuale un generale in missione, o un maresciallo dei carabinieri, un chirurgo?

Quale è lo standard di accreditamento pubblico di uno staff privato? A quali dati riservati e a quali contratti di stato può avere accesso un Salvini? O a quali emissioni di giudizio nei confronti di altri corpi dello stato, per esempio giudici comunisti di merda o finanzieri di lampedusa disobbedienti?

Eccetera: dunque ieri si è potuto finalmente assistere a una seduta parlamentare; tutti quelli che l’hanno seguita hanno potuto “misurare” la sensatezza o l’ipocrisia, la dirittura o la perversione del capo del governo e dei senatori che sono intervenuti.

Dal mio punto di vista la cosa più plateale è la vuotezza di argomento del pervertito ministro dell’interno, la sua letterale incapacità di reggere un qualunque discorso se gli si tolgono le frasi fatte e di qui la risoluzione spudorata nel “cuore immacolato di Maria”, afferrato goffamente come farebbe con una ciambella di plastica un bambino che non sa nuotare; salvo che questa cooptazione forzata e declamata in pubblico di una immagine sacra è un fenomeno speculare a quello delle evocazioni demoniache dello splatter, cioè è roba da mama Ebe.

E la cosa più intrigante è invece, sempre per me, l’atteggiamento di Giorgetti, che di un fissato come Salvini sembra averne le palle piene.

Quanto a un giocatore ormai decisivo, il capo del pd Zingaretti, non è un senatore e quindi ieri fisicamente non c’era; tuttavia ci sarebbe dovuto essere politicamente e invece ha dato ancora una volta l’impressione di un giocatore che non riesce a toccare palla; questo ha fatto fare bella figura sia a Conte che a Renzi, e le belle e le brutte figure, se rese nel teatro parlamentare come luogo pubblico specificamente deputato, sono sempre molto istruttive.

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