CACIARA: il quadro, il soqquadro e l’immunità di mandria – di Gian Luigi Deiana

CACIARA: il quadro, il soqquadro e l’immunità di mandria
di Gian Luigi Deiana

 Che fine ha fatto Buffalo Bill?

L’aspetto più disperante della devastazione che ora grava sull’italia è dato dalla reazione dei leader politici in cima alla graduatoria fino a ieri, e dei subordinati arruolati nelle loro file: capibastone, vip di talk show, agenzie di stampa, reti social ecc..

La questione non è irrilevante, poichè riguarda il tipo di eredità che lo stato di emergenza del momento presente riceve dal più vicino passato, che è appena ieri, e cosa ne sarà per domani, che nessuno sa quando avrà inizio.

L’eredità politica è disperatamente nota: buttare sempre tutta la partita in caciara.
Piccoli e grandi caciaroni alla testa delle miscele di talk show, false notizie e mandrie di bufale presidiavano infatti ad ogni ora e ogni minuto le sterminate praterie della stupidità.
Fino all’esplosione del virus trionfava per tutti e per ciascuno la nuvola dei bisonti, e l’immunità di mandria era un lasciapassare gratuito e perpetuo per tutti.
È così che è diventato possibile per ognuno investirsi della missione di cavaliere dell’apocalisse e di vivere per incolpare gli altri: gli immigrati, le banche, i cinesi, i tedeschi, l’europa ecc..

Ma cosa ne è oggi di Buffalo Bill e delle sue sparate?

Il caso di scuola è ovviamente quello costituito dal grande caciarone, il capo della lega Matteo Salvini: ha esordito a fine febbraio esattamente all’indomani dei primi timidi provvedimenti restrittivi del governo, tuonando la parola d’ordine “riaprire tutto”.
Quando la gente ha cominciato a morire, proprio in Lombardia più che altrove, ha ripiegato sulle carte facili facili, dalla moratoria fiscale all’invenzione di cinquanta miliardi.
Poichè questa litania si è spenta in un giorno egli ha riposizionato la prospettiva sull’idea di esautorare il governo stesso dalla gestione dell’emergenza, da affidare invece all’ex capo della polizia De Gennaro.
Ridicolizzata questa surreale pretesa, ha lanciato Nicola Porro in una scalmanata richiesta di riapertura immediata del parlamento, e poi Bruno Vespa in un proclama vigliacco diretto contro le ONG e contro Medici Senza Frontiere, accusati falsamente di occuparsi di migranti e di essere assenti dagli ospedali lombardi.
Poi appena è stato riaperto il parlamento si è prodotto in un intervento fallimentare, e allora ha ripiegato rilanciando un vecchio servizio della trasmissione ‘Leonardo’ col fine di imputare la pandemia a esperimenti segreti cinesi, proprio mentre il soccorso sanitario della repubblica popolare cinese atterrava in una Lombardia ormai prostrata e col personale sanitario decimato.
Infine si è rivolto al vituperato Mattarella e ha innalzato il progetto di sostituire il governo in carica con un nuovo governo di unità nazionale presieduto da Mario Draghi….
Una vera carica dei bisonti non sarebbe stata all’altezza di tutto questo rumore: ma invano.
Cilecca continua.

Trattare di imitatori di secondo piano non serve, tranne forse per la parvenza di serietà del governatore della Lombardia e la straordinaria comicità del governatore della Campania.

Tuttavia sembra ormai chiaro che quel panorama politico in cui tutto andava in caciara è inesorabilmente in rotta.
Il problema è che ora è una reale emergenza a disegnare la scena, e ad andare in caciara non è più la politica, ma l’emergenza stessa.

La megalomania dei caciaroni e la modalità delle caciare possono contare oggi su strumenti capillari e istantanei: ogni bufala è in grado di muovere all’istante gli zoccoli mentali e le corna pedestri di milioni di bisonti in rotta tutti insieme verso il burrone o verso il nulla.

Non si tratta solo di Salvini o di qualche imitatore senza truppa: il vuoto di prospettiva sta solleticando anche imperiture autorictas di università o più ancora note voci critiche di sinistra ammalate di visibilita e ora tristemente bloccate su argomentazioni scontate.
Ma si tratta anche di ministri troppo zitti e inerti, come il ministro della difesa Guerini, o viceversa di ministri lanciati al galoppo in pericolose millanterie, come la ministra della scuola Azzolina: il primo per evidente connivenza con le priorità militari-industriali, la seconda per stolida compiacenza nei confronti delle mitologie digitali e delle relative piattaforme, in agguato sul mercato quasi vergine della didattica a distanza.

Vanificare la caciara non è oggi soltanto un’opzione: è una necessità etica per la società e un dovere morale per gli individui.
Rispetto ai modelli di condizionamento di massa del passato, la caciara digitale è in una certa misura interattiva, e questo rende possibile e quindi doveroso, per ognuno, impegnarsi a reagire colpo su colpo.

Buffalo Bill finì miseramente per guadagnarsi da vivere in un circo.
Caciara, fino alla fine.

 

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