IL GOVERNO DEL NOSTRO SCONTENTO: sintomatici, asintomatici, autoimmuni e incurabili della patologia politica italiana – di Gian Luigi Deiana  

IL GOVERNO DEL NOSTRO SCONTENTO
sintomatici, asintomatici, autoimmuni e incurabili della patologia politica italiana

di Gian Luigi Deiana

 

 

“L’inverno del nostro scontento” è un riferimento metaforico di Shakespeare, dedicato a quello che egli descrisse come il più vile e brutale dei Re d’Inghilterra, Riccardo terzo, un reuccio che però durò solo due anni davvero.

Qui di protagonisti vili e brutali ne abbiamo da vendere, persino in posti come l’Arabia Saudita, e tengono il prezzo anche dopo il fallimento.

In compenso gli italiani sono milioni di piccoli Shakespeare e quindi di vili e brutali ne inventano pure, così inevitabilmente non ci si capisce più niente.

Cito l’esempio di Fausto Bertinotti, che fu l’incarnazione e la disincarnazione di Rifondazione comunista, la cui vicenda vissuta anche da uomini generosi andò in fumo lasciando la sinistra italiana in cenere, e qualche mozzicone ancor oggi non spento, mentre Fausto ne usciva di suo con l’aureola di Presidente della Camera e un pò di ville lumière.

Bertinotti sposa di fatto come benefica l’attuale crisi di governo, secondo me la più vile e brutale delle sessantasei (numero mortale) della storia repubblicana: egli dice che il Governo uscente aveva sequestrato il Parlamento e che il Presidente del Consiglio, Conte, aveva sequestrato il Governo: cioè una specie di dittatura.

Uso questa citazione, il cui senso oltre a riflettere in pieno l’argomento di Renzi è evocato a sinistra da altri innumerevoli critici: per esempio Cacciari, noto estremista nume tutelare della Margherita, per esempio la trasmissione Report, ecc..

È possibile che ci sia del vero in questa diagnosi, anzi io credo che Conte si sia mosso come usa fare ogni sensato professore quando deve gestire una classe squinternata, quale che essa sia, giallorosa, gialloverde o grigioblu: si mette in cattedra, tiene per sè alcune bacchette e dispone il da farsi non potendo confidare su una comune autonomia degli scolari.

Ma la critica si getta allora sulle bacchette e sul da farsi: e ne viene che Conte si è tenuto il controllo dei Servizi e che per il resto non c’è programma di Governo.

È quello che dicono tutti i genitori degli alunni che invece di mettere il culo su una sedia a studiare e fare i compiti preferiscono andare in giro a fare i bulletti e i bellini.

Dunque invertiamo il punto di vista: che qualità politica c’è oggi nel Parlamento italiano?

Che qualità morale, intellettuale o semplicemente umana c’è nei leader dei gruppi politici?

Che genere di ministri ne possono venir fuori?

Di quale capacità progettuale e operativa sono stati capaci i singoli ministri?

Se sospendiamo per un momento il giudizio sui ministri al centro della tempesta pandemica, e cioè Speranza e Gualtieri, o anche Lamorgese e Patuanelli, che voto dare a ministri come Terranova e Azzolina, a Guerini e De Micheli, ad Amendola e Di Maio, cioè agricoltura, scuola, difesa, trasporti, affari europei e affari esteri?

Ma se torniamo al Governo ancora precedente, al di là del protagonismo vile e brutale dell’allora Ministro degli Interni Salvini e del protagonismo comico e pasticcione dell’allora Ministro dei Trasporti Toninelli, come poter tenere in piedi la baracca senza precipitare nel caos (beninteso, il caos con una sinistra territorialmente e politicamente inesistente)?

Dunque, alla resa dei conti, in carico a Conte, restano sui quaderni di storia due risultati incontestabili, uno ottimo e uno pessimo.

Risultato ottimo: Conte (e Gualtieri) hanno peefotato con la fiamma ossidrica le porte blindate del dogma economico europeo: il recovery fund non è solo una cassaforte piena di soldi, è soprattutto un precedente antidogmatico in materia macroeconomica.

Inoltre ne è derivata la marginalità pratica e persino ideologica del meccanismo debitorio noto come MES (il polpettone su cui puntava Renzi e quindi la ragione recondita del suo scatenamento isterico).

Risultato pessimo: Conte (e Di Maio) hanno continuato a coltivare rapporti di condiscendenza politica, militare e commerciale con regimi criminali: in particolare con la Turchia e col criminale che la domina, Erdogan, e con l’Egitto e il criminale che lo tiranneggia, Al Sisi.

È vero che a seguito di lotte popolari tenaci e dell’impegno di qualche deputato si è riusciti a bloccare la vendita di bombe RWM all’Arabia Saudita, ma la copertura governativa italiana a questi regimi resta gravissima poichè contraddice in pieno i pronunciamenti giudiziari cui è approdata la stessa magistratura italiana: sia a riguardo della repressione turca in Kurdistan sia a riguardo dei casi Regeni e Zaki in Egitto.

Se si insedia un Conte ter questo dovrà essere il banco di prova.

Immagino che Renzi si giocherà il tutto per tutto, in modo appunto vile e brutale, resuscitando le filosofie voraci e insaziabili dei decreti di quando era lui il Capo del Governo: il decreto sblocca italia e il decreto destinazione italia, cioè la grande abbuffata di tav, ponti sullo stretto, pale eoliche, metanodotti, alte velocità ecc..

In termini di onestà intellettuale e di coscienza pubblica, tuttavia, è necessario comprendere che non abbiamo a che fare con una normale classe politica, con normali pregi e difetti.

Siamo invece immersi in una politica patologica, con rischi di grave degenerazione.

Questa situazione malata comporta una scarsa tenuta dell’opinione pubblica e una selezione della rappresentanza piena di sintomatici, asintomatici, autoimmuni, spacciatori e gangster.

Conte, comunque lo si giudichi, è il sintomo più conclamato di questa situazione cronicamente parassitata.

È per questo che gli agenti patogeni e i vettori virali di che agiscono in essa necessitano di azzerare il sintomo e riprendere il pieno controllo dell’organismo.

E persino tutta la new entry costituita dal fenomeno Cinque Stelle, a ben vedere, resta più propriamente un sintomo, e non la malattia.

Renzi è una parte della malattia.

Salvini è una parte della malattia.

La polverizzazione della sinistra, come anche la sua sublimazione professorale o addirittura bertinottesca, sono la malattia.

La montante propensione fascista, è la malattia.

Il campo dei profughi di Bihac, la degenerazione umana e la degenerazione ambientale, sono la malattia.

RECOVERY PLANET

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