ALGORITHM&BLUES
poiché sono un vecchio acchiappafantasmi poco fa ho postato una celebrazione dell’inno di noi ghosbusters; in realtà avrei voluto appiccicarlo a questa serissima riflessione ma poiché sono un analfabeta informatico non so come si fa, la ragione tuttavia è questa: é tornato in giro, dopo una breve assenza, il terribile fantasma dell’algoritmo di fb, quello che uccide gente dopo il numero venticinque;
non riporto il nome di tutti quelli che stanno implorando
che si scriva ciao nel loro profilo, o che si officino riti di copia e incolla che io comunque non so fare, e non li riporto anche perché talvolta si tratta di integerrimi veterani della lotta di classe, schedati negli archivi delle polizie da quando hanno fatto la prima comunione;
tutti quanti questi bravi ragazzi sono precipitati di botto nella ghigliottina del perfido algoritmo, e manifestano il terrore che provai io quando finii nelle terre dell’abisso, quando lessi il numero 47 di tex laddove il vecchio willer dovette affrontare il malvagio mefisto nel mondo tenebroso del sottosuolo;
ora, vorrei dire, quando usate fb tenete bene a mente che la cosa fondamentale è riuscire a comunicare saggiamente con se stessi, come alice quando parla col gatto, come anna quando scriveva ” carissima kitty” o nino manfredi quando cantava ” m’accompagno da me” , o il poeta quando confessava la ragione della sua scrittura: ”se son d’umore nero allora scrivo, frugando dentro alle nostre miserie, di solito ho da costruire su macerie, e mantenermi vivo”;
il vero fantasma é la stupidità, l’offesa gratuita, l’uso idiota della scrittura; se la mano che scrive è come quella che tracciò i graffiti del fiordo di alta, diecimila anni fa alla fine della glaciazione, per tutti e per nessuno, allora avete reso omaggio al dono divino della scrittura: quello cui devi rendere conto è il tuo blues, non il fantasma algoritmico di fb: mefisto non esiste.
Gian Luigi Deiana
