Comunicato del Movimento Precari uniti contro i tagli sullo sciopero dell’11 aprile

precariRiportiamo il comunicato inviatoci dal Movimento Precari uniti contro i tagli sullo sciopero proclamato l’11 aprile

 

Il primo sciopero proclamato per l’11 aprile dai lavoratori precari della Scuola, che lottano insieme in piena autonomia per il ritiro dei tagli, per la stabilizzazione e per la difesa della libertà di insegnamento, ha fatto registrare un considerevole numero di adesioni, nonostante il boicottaggio di molti dirigenti, che, in non pochi casi, hanno dolosamente e illegalmente omesso di far circolare il testo dell’indizione diffuso dalle forze sindacali…che hanno appoggiato la protesta (Usi-ait; Cub e Slai-Cobas per il sindacato di classe), una protesta che le altre sigle sindacali hanno del tutto ignorato. Dai primissimi dati pervenuti ed analizzati è emerso che nelle province di Milano e Venezia alcuni istituti hanno addirittura sospeso le lezioni per l’alta percentuale di aderenti allo sciopero, che ha coinciso con la divulgazione delle linee programmatiche e con le allarmanti dichiarazioni di intenti del nuovo ministro. La Giannini, infatti, ha insistito sull’introduzione della “chiamata diretta” da parte dei dirigenti per la formazione di un corpo docente funzionale agli scopi di una Scuola in tutto assimilata all’azienda privata, ed ha nuovamente postulato, per giustificare altri tagli, evidentemente imminenti, secondo quanto emergerebbe anche dal recentissimo DEF (documento dell’Economia e della Finanza del governo Renzi), una gerarchizzazione dei docenti e una differenziazione dei loro salari a partire da una nozione di “merito” banalizzante e discriminatoria, oltre che indefinibile nella sua sostanza. Il Movimento dei Precari Uniti contro i tagli, che ha lanciato lo sciopero dell’11 dopo un’assemblea nazionale svoltasi lo scorso 19 gennaio, registra con soddisfazione e favore la risposta dei docenti di tutta Italia che, in un momento di sfiducia e di recrudescenza della crisi, hanno ritenuto giusto e necessario sacrificare una giornata di lavoro per denunciare l’accelerazione impressa dal governo Renzi al progetto di destrutturazione della Scuola della Costituzione, radunandosi in circa duecento sulle scalinate del Ministero, a viale Trastevere. I Precari deplorano l’estenuante attesa cui il Ministero li ha costretti, nonostante fosse stata inoltrata ufficialmente una richiesta di incontro, e il trattamento indegno riservato ai lavoratori in lotta, lo stesso che subiscono quanti vengono criminalizzati perché dissentono democraticamente, a dispetto dell’attenzione all’ascolto e al dialogo che questo governo va ipocritamente sbandierando. Il ministro Giannini, che già in occasione della Giornata della Dignità Precaria, svoltasi il 21 marzo scorso, si era rifiutata di ricevere i lavoratori, alcuni dei quali, nei giorni successivi, hanno anche intrapreso uno sciopero della fame, non si è fatta trovare in sede, né si sono resi reperibili i sottosegretari del dicastero, eludendo nuovamente il confronto sui temi più scottanti e sulle responsabilità derivanti dai moniti europei relativi all’abuso dell’iterazione dei contratti a tempo determinato.

I Precari sono stati alla fine ricevuti dal Capo del Dipartimento dell’Istruzione e dal Vice-Capo Gabinetto (Ufficio legislativo), ai quali hanno esposto la piattaforma delle rivendicazioni dei precari, docenti e Ata, integrata dalle nuove vertenze (questione “inidonei”, Quota 96 e BES), ricevendo risposte che, per quanto prudentemente “tecniche”, lasciano prefigurare, soprattutto sul reclutamento, scenari non rosei e una tempistica che il Movimento terrà presente nel calibrare le proprie future azioni di lotta. A breve saranno resi noti, in dettaglio, i contenuti dell’incontro. I Precari si dispongono, ora, ad affrontare la prossima battaglia, quella contro i test Invalsi, che impongono una valutazione standardizzata, incostituzionale, antimetodica e discriminatoria agli studenti e alle Scuole. Il Movimento non si ferma, dunque, e non consentirà a una politica prona al diktat dell’alta finanza di trasformare la Scuola pubblica in un luogo di addestramento di futuri, eterni precari.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *