comunicato stampa – Un tetto per un collega contro la propaganda del governo Renzi

Comunicato stampa
Un tetto per un collega contro la propaganda del governo Renzi
Questa è la risposta dei Cobas di Grosseto allo scellerato piano di Renzi, in attuazione della legge votata con la fiducia in Parlamento, che sta generando i primi “mostri”: l’emigrazione forzata di massa dei precari, costretti a girovagare per l’Italia pur di essere assunti a tempo indeterminato.

I Cobas Scuola di Grosseto rispondono offrendo un posto letto, una camera, un appartamento, insomma un tetto ai colleghi in questa situazione. Sono già 3 i tetti messi a disposizione, 1 nel comune di Grosseto e 2 nel comune di Massa Marittima; e altri si aggiungeranno nei prossimi giorni.

I Cobas vogliono ricordare, se ce ne fosse ancora bisogno, che:
•         le assunzioni previste nelle prime tre fasi (0, A e B) sono effettuate su posti di diritto e corrispondono alle “normali” assunzioni che ogni anno venivano regolarmente effettuate per il turn-over;
•         l’età media dei docenti inclusi nelle GaE è di 41 anni, docenti che nei decenni di precariato hanno scelto una provincia per ottenere l’immissione in ruolo e, nella stessa, hanno magari investito per comprare una casa, formare una famiglia….
Ora sembra a tutti più evidente il piano diabolico dell’imbonitore Renzi per risolvere il problema del precariato: l’autoeliminazione.
E sì, perché migliaia di precari sono sconcertati e preoccupati per il loro futuro (che sarà sempre e comunque più precario di prima…); e sono logorati dall’idea della emigrazione forzata di massa, con la spada di Damocle del MIUR che, sebbene in contrasto con quanto stabilito dalla stessa legge appena approvata, è sospettato di volere la cancellazione delle Graduatorie a Esaurimento.
È evidente, quindi, che le assunzioni di massa del Governo erano una balla mostruosa e che miravano unicamente alla cancellazione dei diritti e della dignità dei lavoratori.
Il piano di assunzioni, che non ha nulla di straordinario, per la fase C – i veri nuovi posti aggiunti, non gli sbandierati 102mila -, prevede in realtà non più di 40-45mila posti e forse anche meno. Di essi, ad oggi, conosciamo solo la ripartizione tra i diversi ordini di scuola e tra le singole regioni. Ma come saranno divisi tra le varie province? E tra le classi di concorso? Boh, nessuno, al momento, può dare una risposta se non quella oramai chiara a tutti: che chi usufruirà di questa fase per essere immesso in ruolo non avrà una cattedra ma sarà utilizzato come “tappabuchi” nelle scuole (magari a 500 o 1.000 chilometri di distanza dalla sua residenza) alla faccia della professionalità e della dignità.
Non si risolve il problema del precariato, peraltro aggirando la legge e la Costituzione, con una emigrazione forzata di massa.
I genitori meno informati che sono stati sommersi dalla propaganda del governo si aspettano un primo giorno di scuola con i fiocchi con decine di migliaia di stabilizzazioni dei docenti. Si attendono orario pieno da settembre, tutti i docenti necessari per gli alunni disabili, nessun valzer di docenti nel corso dell’anno, corsi potenziati di pomeriggio e scuole sempre aperte per iniziative educative ad ampio spettro.
Resteranno profondamente delusi. La scuola sarà nel caos. Metà dei contratti proposti dal governo sono virtuali e i docenti non saranno in cattedra, le amministrazioni scolastiche navigheranno nel buio con 10mila lavoratori precarizzati che dovranno decidere come utilizzare: supplenze brevi, progetti extra, per supplenze annuali. 200mila ex-docenti abilitati e di terza fascia, insegnanti dell’infanzia, saranno a spasso o avranno contratti che si rinnoveranno mese dopo mese. I nuovi abilitati hanno avuto comunicazione che verranno chiamati solo dopo il 20 ottobre.
2mila scuole saranno senza dirigenza e altrettanti vincitori di concorso inutilizzati e in più reggenti e vicedirigenti senza retribuzione perché in legge di stabilità 2014 sono stati tagliati i fondi. Le scuole saranno sporche perché a guadagnarci devono essere ditte e coop e a perderci i lavoratori. È quello che accade quando un governo non pensa al futuro, ma a tagliare il presente.
Grosseto 5 settembre 2015

Giuseppe Follino tel. 331 589 79 36
portavoce Cobas Scuola Grosseto

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