GRAN TORINO (“prima gli italiani”)

GRAN TORINO (“prima gli italiani”)

dedico questa considerazione al film “gran torino” scritto, diretto e interpretato dal repubblicano conservatore clint eastwood dieci anni fa; e la dedico ovviamente a manifestazioni di questi giorni, ultime o penultime a torino e pisa, connesse alla presenza di fascisti e razzisti nelle piazze della propaganda elettorale; ma la mia considerazione è necessitata in particolare da una trasmissione della mattina che mi è capitato di vedere in un bar tra la gente che faceva colazione;

la trasmissione (mi pare mattino 5) replicava una notizia del giorno prima, riguardante l’ ammutinamento dei migranti ospiti di un centro di accoglienza, i quali non ricevevano i due euro di soccorso minimo quotidiano; e il perno della trasmissione, anziché ricercare il perché di questa situazione illegale ed abbietta, ha inventato una specie di bilancia e ha contrapposto un reportage sui nostri poveri anziani che non avendo mezzi sufficienti per sopravvivere usano frugare nei resti delle cassette della verdura alla fine della giornata di mercato;

ora non si può negare che l’argomento anziani e la ricerca di cibo da parte dei poveri siano argomenti importantissimi per una inchiesta televisiva di grande ascolto: ma per il reportage realizzato per l’occasione (appunto in funzione di contronotizia rispetto alla notizia riguardante la sottrazione dei due euro quotidiani ai migranti del campo), è stato ritenuta sufficiente la qualità tecnica e lo spessore giornalistico tipici delle registrazioni che i bulli e i vigliacchi del telefonino postano su facebook per umiliare in branco le ragazzine: e si trattava di canale cinque;

ecco qui dunque il vecchio pensionato che controlla il fondo di una cassetta di banane, e uno più distante che si curva, e un fruttivendolo che conferma, e la piazza popolata solo da qualche passante triste e solo, e di nuovo il pensionato di prima al rallentatore con zoom sulle banane invendute e… prima gli italiani;

sì, ma che c’entra gran torino e cosa c’entra il reazionario dichiarato clint eastwood? bene, c’entra per questo, e per il vecchio clint non è affatto la prima volta ed è anzi un percorso inverso per lui ricorrente: nel film egli è un vecchio pensionato che vive solo; ha un solo legame affettivo, un’automobile gran torino vecchia quanto lui; ha un figlio, che a sua volta ha messo su una “normale” famiglia bianca americana, ma quando costui va a trovarlo proponendogli di andare in una casa di riposo, il vecchio padre si schifa della nullità emotiva e dell’ottusità mentale di suo figlio e di tutta la famiglia bianca e bionda di lui;

il quartiere dove lui abita è desolatamente privo di socialità e quindi predisposto per tale ragione alle razzie di violenza di branchi umani senza umanità alcuna: salvo per una piccola tribù di vicini di casa, emigrati dall’asia tempo prima, e che lui aveva sempre guardato con ostilità manifesta come intrusi e come voraci parassiti del sogno americano;

è in quella famiglia, non nella sua società in disfacimento e non nella sua progenie senza anima, che il vecchio veterano delle guerre americane contro i pidocchi del sud est asiatico troverà “una” estrema ragione di vita e di consolazione;

ok, è un film; ma quando nella realtà si cerca di trarre godimento xenofobo nel proporre in tv la visione di anziani che cercano banane avanzate alla fine dell’ora di mercato, e si invoca in coro “prima gli italiani”, viene in mente a qualcuno di chiedere se quegli anziani abbiano dei figli? e se hanno dei figli e delle figlie, è possibile chiedersi come mai almeno metà tra questi usano abbandonare anche affettivamente i vecchi genitori mentre compensano questa grettezza affettiva proprio con la sua inversione totale, orientandola razzisticamente sull’astratto primato degli italiani?

a quanta gente oggi in italia sarebbe auspicabile ricordare: “prima tua madre e tuo padre?”; a titolo di esempio, con tutto il carico di veleno che si è confezionato e inoculato nel tempo contro l’immigrazione rumena in tutta la sfera del senso comune, si ha idea del fatto che “se va bene” una badante rumena si dispone ad assistere tuo padre o tua madre e talvolta entrambi per mille euro al mese e per sette giorni su sette e per ventiquattrore su ventiquattro? si ha idea del fatto che la loro presenza contrattuale è in genere trascinata a sostituire la tua assenza affettiva, senza che tu ne provi vergogna alcuna? e si ha idea del fatto che molto spesso sono proprio queste povere persone così male in arnese, costrette ad esprimersi in situazioni delicate di ogni tipo, come fare il bidè a tuo padre o a tua madre come tu non faresti mai, in una lingua non loro, e portate tante volte a costruire i legami affettivi estremi di cui i titolari naturali non sono più capaci?

qui non vi è distinzione di destra e di sinistra, vi è invece la necessità di distinguere tra la custodia del sentimento umano e il suo svuotamento; e poiché il vuoto in realtà non perdura di suo, quel vuoto tende per sua natura a riempirsi di sentimento anti umano, malamente travestito da stupidaggini patriottiche e in ultima analisi razziali;

trovo che la bislacca leader conservatrice della gran bretagna, nello stupore generale, ha istituto nel suo governo un ministero della solitudine: non mi importa l’analisi politicistica della questione, mi importa la verità di fondo, che nell’avanzatissimo regno unito sono censiti sei milioni di persone sole;

questo è il senso del racconto del reazionario clint eastwood; molto prima del film “gran torino” egli stesso, in metafora del vecchio west, fece un film intitolato “gli avvoltoi hanno fame”: è questa fame che parla in queste ore per bocca di salvini a milano, sotto la sfinge che i milanesi chiamano madonnina: piazza d’uomo, o soluzione finale?

Gian Luigi Deiana

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