IL CASO DI LUCIA A. – di Gian Luigi Deiana
(terrorismo e costruzione dell’isteria)
con “il caso di anna o.” sigmund freud tracciò il primo studio psichico della patologia isterica, e fu su quella intuizione rivoluzionaria che fondò la teoria dell’inconscio e la psicoanalisi; non rivelò il cognome della paziente per la condizione esemplare del caso, che fu da lui narrato con l’intento di farne appunto il caso di scuola;
“il caso di lucia a.” è un caso di scuola per un’altra ragione ed inoltre obbliga a rivelare il cognome, trattandosi di una nota figura pubblica del mondo dell’informazione e specificamente di quella lucia che si propone di far riflettere gli italiani la domenica appena dopo pranzo sui problemi della società; questa volta, ieri 4 giugno, lucia a. ha dedicato la sua trasmissione “in mezz’ora” proprio all’isteria, e precisamente alla sindrome isterica che secondo la sua tesi ha pervaso la psiche della nazione; la parola chiave di questa sua curiosa sociologia è “panico”;
freud aveva costruito la spiegazione della malattia isterica di anna o. sulla somma di due osservazioni decisive anche se apparentemente insignificanti: il legame della ragazza col genitore ammalato e bisognoso della sua presenza e un rapporto di fobia nei confronti dell’acqua: fece 1+1, e ci ragionò sopra;
annunziata costruisce invece la dimostrazione della sua tesi (che la gente in italia sia sull’orlo di una epidemia isterica) sulla somma di due vicende assolutamente significative, distanti l’una dall’altra ma praticamente simultanee, ovvero l’attentato terroristico di londra e il panico generatosi in una piazza di torino sul finire della partita juventus-real madrid; anche qui l’operazione proposta è stata 1+1, ma mentre il vecchio sigmund aveva correttamente sommato mela+mela, la grande lucia ha erroneamente e consapevolmente sommato mela+pera, e non si è affatto fermata qui;
annunziata si è circondata di autorità del ramo, e precisamente la star di al jazeera barbara serra, un decano di psicologia dell’università di torino e il lobbista italo-israeliano jonathan pacifici; nel bel mezzo di una tragedia reale (quella di londra) e di una quasi tragedia (quella di torino) l’opinione pubblica è stata trascinata da questa sacerdotessa dell’opinione pubblica in una avvilente commedia di costruzione immaginaria dell’isteria;
il copione prevedeva che barbara serra spiegasse che i londinesi a fronte di offese così gravi tutto fanno meno che cedere alla paura; prevedeva che il professore spiegasse che nelle sedute di psicoterapia è sempre più evidente che gli italiani sono sull’orlo di crisi di nervi a causa della dilagante minaccia terroristica; e prevedeva, dulcis in fundo, che il lobbista pacifici spiegasse come in israele il terrorismo non sia un problema in quanto la macchina della sicurezza è perfetta;
la conclusione, si direbbe, sta nell’auspicio in italia che ci si doti di un modello di sicurezza made in israele e di un modello di condotta made in england: imparare a convivere con la presenza della bomba pronta a esplodere senza cedere a fenomeni di panico quale quello di cui la vicenda di torino sarebbe la spia; e magari mettere il tallone di ferro sulle strade e l’intelligence di silicone sull’immigrazione islamica;
scomponendo le parti così grossolanamente assemblate, si deve almeno considerare che il panico provocato da un improvviso moto di folla (vedi stadio heisel) non ha niente a che fare col terrorismo ma solo con imperdonabili imprudenze organizzative; che gli inglesi di fronte al sangue non fanno una piega soltanto nella retorica letteraria e per il resto si comportano giustamente come tutti gli esseri umani; e che in israele l’esercito ha il pieno controllo della situazione in quanto è esso stesso l’agente di terrore più collaudato, più preventivo, più sistematico e più estremo;
sul mare luccica l’astro d’argento, placida è l’onda e prospero è il vento, venite all’agile barchetta mia, santa lucia santa lucia.
Gian Luigi Deiana