INCONTRO-DIBATTITO SULL’ACCOGLIENZA

MA QUALE ACCOGLIENZA…

ALLA DERIVA: l’altra faccia della politica stragista dell’Unione Europea

La ferocia con cui l’Unione Europea reprime i flussi migratori è pari forse solo alla sua ipocrisia. Ogni mezzo sembra lecito, e ogni alleato possibile: regimi criminali, come quello di Erdogan in Turchia, e milizie di tagliagole, come quelle libiche e sudanesi, vengono apertamente finanziate per imprigionare, derubare, deportare, rapire, stuprare, ridurre in schiavitù, lasciar morire ed uccidere. Se da un lato l’UE applica apertamente e senza vergogna le sue politiche stragiste, dall’altro lato “accoglie” i sopravvissuti che riescono a raggiungere il suo territorio con un infernale groviglio di norme vessatorie, pensato apposta per mantenerli in una costante condizione di ricatto e precarietà.

Nei due precedenti incontri della serie “alla deriva” ci siamo occupati delle ragioni per cui le persone sono costrette ad abbandonare i loro paesi di origine, dei viaggi spaventosi che devono affrontare e degli ostacoli al loro salvataggio; questo terzo incontro è invece dedicato a quel che li attende al loro arrivo: la cosiddetta “accoglienza”.

Tutti i migranti, sia quelli che si trovano in Italia ormai da molti anni, sia quelli appena arrivati, si trovano ogni giorno a combattere con una normativa ostile e con l’arbitrio di chi sarebbe delegato ad applicarla.

I cittadini non-UE che si trovano in Italia da tempo, che siano o meno in possesso di un regolare titolo di soggiorno, vivono spesso sotto ricatto, condizionati dall’assillante necessità di ottenere o rinnovare l’agognato “permesso di soggiorno”. Altrettanto travagliata è l’esistenza degli ultimi arrivati, destinati per lo più a rientrare nell’ampia categoria dei “richiedenti asilo”. Nell’attesa che la loro situazione venga definita, si trovano spesso ad essere “ospiti” per mesi (almeno sei) o anni (anche tre) in uno degli innumerevoli “centri di accoglienza” (ordinari e straordinari) sparsi nel territorio.

In Sardegna si tratta per lo più di strutture turistico-alberghiere fatiscenti e in disuso, spesso localizzate in zone remote, isolate e difficili da raggiungere. La gestione è tanto eterogenea quanto lo sono le strutture utilizzate: ci sono grosse organizzazioni lucrative che operano su scala nazionale, mentre una miriade di nuovi soggetti si improvvisano e si lanciano in questa nuova attività in grande espansione. Moltissimi gestori forniscono servizi ridotti e scadenti rispetto alle convenzioni stipulate (mancano spesso vestiti, lenzuola, coperte, assistenza medica e legale, articoli necessari per la cura e l’igiene etc.), nel tentativo di minimizzare le spese e realizzare un miserabile profitto col “business dell’accoglienza”.

In questo quadro già fosco, ad aggravare la situazione, è in via di relizzazione a Macomer un nuovo campo di prigionia per migranti, finalizzato alla cattura e alla deportazione degli “irregolari”: si tratta di uno dei nuovi CPR (Centri per il Respingimento) istituiti pochi mesi fa dal Ministro dell’interno, il sinistro Minniti.

 

I governi dell’Unione Europea sanno di aver bisogno dei migranti per tenere in piedi le loro traballanti economie: hanno bisogno di quel flusso di manodopera per ragioni demografiche, sociali ed economiche. Quello che chiamano “accoglienza” è in realtà uno spietato sistema di selezione, per separare la componente “utile”, da avviare allo sfruttamento in condizioni di ricatto e subalternità, dalla componente “indesiderabile”, da emarginare, illegalizzare, possibilmente espellere.

In questa difficilissima situazione, lottare per la libera circolazione e il rispetto delle persone è tanto complicato quanto necessario.

Proponiamo questo incontro per provare a chiarirci le idee sul groviglio di norme in vigore, sulla loro interpretazione e applicazione, e sull’intricato sistema di centri privati in cui l’accoglienza, lo sfruttamento e la detenzione si sovrappongono e si confondono in un’oscena “zona grigia”. Conoscere a fondo questa macchina infernale è necessario, per smontarla o almeno per provare a gettare un po’ di sabbia nel motore.

INCONTRO-DIBATTITO SUL TEMA:

NEL LABIRINTO DELLA COSIDDETTA “ACCOGLIENZA”,
ASPETTI LEGALI E ORGANIZZATIVI,

PROSPETTIVE DI LOTTA E DI RESISTENZA

INTERVERRÀ L’AVVOCATO MICHELE SATTA SUGLI ASPETTI LEGALI E
LE RECENTISSIME NOVITÀ INTRODOTTE DAL “DECRETO MINNITI”

Biblioteca Autogestita di Zarmu (BAZ)
Cagliari via San Giacomo 117
21 dicembre 2017 – ore 18:00

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