INCONTRO RAVVICINATO DEL TERZO TIPO: perché Salvini vuole incontrare la professoressa? di Gian Luigi Deiana

Per capire la surreale vicenda della scuola di Palermo, investita come ogni luogo pubblico dalle obbedienze securitarie emanate dal Viminale, è necessario aggiornare la situazione a stamattina 18 maggio 2019 e fare poi tre o quattro passi indietro: cioè, è bene non fermarsi allo stupore conseguente alle sanzioni disciplinari su una insegnante buona e pacifica, almeno come Santa Rosalia, ma dare uno sguardo alla sequenza da cui questa vicenda proviene.

Stamattina la Lega ha in programma la manifestazione nazionale a Milano, evento che dovrebbe portare alla massima prova del consenso di piazza la sua campagna elettorale antieuropea: nell’aritmetica della propaganda non si tratta, in questa occasione, di legittimare comportamenti di estrema destra, rabbie sottoproletarie o irrazionalità delle periferie, ma di esibire ai media il consenso della “maggioranza silenziosa”; per tale ragione è proprio controproducente arrivarci con il ridicolo alone guerresco derivato dall’aggressione ministeriale a una insegnante disarmata; è invece necessario un velo di ragionevolezza e generoso buon senso.

All’atto della formazione del governo la Lega aveva preteso due ministeri chiave, gli Interni e l’Istruzione: anzi ne aveva predisposto l’interconnessione, come si potesse trattare di un nocciolo speciale e unificato di stato nello stato: questo è il punto chiave; il punto chiave: tradotto, significa il proposito di trasformare gli uffici scolastici provinciali in questure del sistema scolastico, a sua volta riarticolato centralisticamente nella forma della “regionalizzazione” di tutto l’apparato statale sotto controllo del ministero degli interni; questo significa, nella prima forma sperimentale, ricalcare la funzione della scuola sullo schema dello stato di polizia.

Ma qualcosa a Palermo è andato storto, in quanto lo zelo ministerial-poliziesco dell’Ufficio Scolastico di Palermo ha provocato la rivolta di nonne, maestre e bambini; e qui, come in ogni scena di vigliaccata, ecco la repentina inversione, la trasformazione dello scontro protocollare del primo tipo nella proposta di incontro ravvicinato del terzo tipo: ecco quindi che il ministro dell’istruzione Bussetti sconfessa l’operato del suo ufficio scolastico; ecco Salvini, in veste di ministro degli interni, che ad ogni buon conto sconfessa l’operato del suo sottoposto Bussetti; ed ecco ancora Salvini, in veste di capo della lega e fautore delle politiche simil-razziste (quelle denunciate dalla ricerca scolastica della classe di Palermo) proporsi di dispensare alla docente un generoso incontro pacificatore; nota a margine, un incontro pacificatore in occasione della cerimonia in memoria di Falcone, sic!

Ora proviamo a risalire la pista seguendone all’indietro le tracce: nell’ultima settimana Salvini ha sparato a zero sul mondo dell’informazione e precisamente su figure di grande notorietà: Lilli Gruber, Fabio Fazio, ed Enrico Mentana; chiaramente non aveva interesse alla qualità professionale, ma semplicemente alla notorietà del bersaglio grosso e ai carichi di invidia sociale che sempre vi sono connessi; naturalmente poteva giovarsi in RAI della spregiudicatezza del nuovo presidente, tale Marcello Foa, un intellettuale frustrato e vendicativo ovvero un similbussetti d’occasione; e tuttavia, in sintonia con il grande successo popolare dei giochi a quiz, egli stesso è entrato in pista col fantastico gioco da circo barnum intitolato “vincisalvini”.

Se uno pensa a un ministro che blocca navi di soccorso, decreta multe per chi salva gente che sta annegando, va alla commemorazione di Falcone e trova anche tempo per fare il vincisalvini ne esce che quando un uomo è così integralmente tutto d’un pezzo si potrebbe immaginare la metafora di un’anima come il culo.

La tempesta di fuoco sulla tv è stata appena preceduta dal progetto di ingresso trionfale nel mondo dell’editoria e dell’alta cultura: come in ogni operazione fumettistica di guerra, la prima manovra è stata affidata a un reparto guastatori e nel caso specifico a casa pound; ma anche qui è andata buca, poiché esattamente come a Palermo c’è stata la rivolta: e quindi il Comune di Torino e la Regione Piemonte hanno sconfessato la prima acquiescienza della direzione del salone del libro, questa a sua volta ha sconfessato l’editore di casa pound e con ciò vincisalvini è rimasto a bocca asciutta.

Potremmo continuare, per esempio annusando la carognesca sparata sulla cannabis e sui negozi che vendono canapa; ma può bastare così: il senso della pista è il seguente: la Lega e il suo capo fanno presa immediata sul popolo dei selfie, quella penosa e sconfinata parte di umanità che necessita di una foto a fianco di una parvenza di uomo forte per l’illusione eucaristica di essere parte della stessa forza, o almeno della stessa parvenza; ma non appena si sale di un gradino, a una intervista in tv o a una rassegna libraria o addirittura a una classe seconda di un istituto tecnico che collega titoli di giornale, allora tutto il castello di chiacchiere e di veleno sociale crolla e l’uomo forte si scioglie nel suo brodo.

Ergo: a volte un uomo che non dialoga precipita nel proprio monologo: è una malattia in genere irreversibile, in quanto ogni incontro è desiderato non per uscire almeno per un momento dal proprio ego, ma per nutrirne ancor più il suo gorgo, esattamente come fa negli spazi interstellari un buco nero; è l’incontro ravvicinato del quarto tipo, ossessivo e insaziabile.

Una risposta

  1. Nicoletta ha detto:

    Vergognoso quanto accaduto a chi rappresenta la spina dorsale di questo paese ormai al degrado. Spero che tutto il corpo docente non abbia la memoria corta al momento giusto e POSSA esprimersi adeguatamente e liberamente, con l’unica arma che abbiamo ancora a disposizione: il voto.

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