La futura presidenza americana: ancora più aggressiva e totalizzante
Per Obama era sufficiente la riduzione della Russia e della Cina a potenze “regionali” . Per i “falchi liberali” del partito democratico non è una strategia adeguata . Gli States devono mirare al controllo assoluto del pianeta . Ma non si tratta solo del domani e dell’oggi . Già “ieri” la politica di Obama era sotto dettatura del Center for a new american security , un covo di guerrafondai spietati in cui hanno un ruolo di primo piano personaggi come Hilary Clinton e David Petraeus che , fatti fuori da Obama , in effetti , ora in compagnia di gentildonne come Susan Rice e Madeleine Albright oltre la solita ciurmaglia stile John Allen ex capo della Nato in Afghanistan , sono stati già in grado di imporre nuove modalità militari e diplomatiche in particolare in riferimento alla Siria e all’Iran .
Già Obama aveva capito che la Siria in mano alle truppe jihadiste avrebbe potuto significare un caos stile Libia e a suo tempo aveva pensato che la Russia avrebbe potuto compartecipare al controllo della regione . Ipotesi ormai superata .I “falchi” mirano alla Crimea e al cambio di regime con l’aiuto del terrorismo jihadista quando
si presenterà l’occasione. In questa prospetiva di condominio Obama aveva allentato la tensione con l ‘Iran facendo schiumare di rabbia Netanyahu . I “falchi” precisano la linea d’azione già operante con la presidenza attuale ,linea d’azione che sarà rafforzata con la futura Presidentessa .
Assad in questo momento può restare al potere . Gli si lascia una striscia di terra con Damasco capitale mentre il deserto ricco di gas può andare allo stato islamico che in un secondo tempo sarà addomesticato dagli States e reso “presentabile” . L’Iran può essere lasciato in pace e solo qualora ci fosse un reale pericolo atomico si può lasciare spazio al furore nucleare sionista . Naturalmente si tenteranno sabotaggi di ogni genere nelle relazioni diplomatiche ed economiche con i paesi amici dell’Iran per facilitarne l’isolamento internazionale . Non è gradita un’influenza turca nell’area sotto dominio dei Curdi siriani . Si spera che i tagliagola riescano a vincere la resistenza . Altrimenti la si sistemerà successivamente dopo la caduta di Assad con un cambio di regime .
Ma il pericolo pubblico n. 1 resta sempre la Cina . Affidare agli alleati arabi e ad israele un controllo della regione . Il Kurdistan iracheno è già un fedele alleato di Israele . E dunque spostare verso la Cina il massimo di potenza militare per rinforzare l’ alleanza con i paesi asiatici amici in modo da sferrare al momento giusto l’attacco storicamente inevitabile .
Un bel programmino anche per l’Africa ma ne parlerò un’altra volta .
Un bel programmino ma dubito che vada a buon fine (buon fine dico per gli States)
Antonello Boassa