LA PELLE DELL’ORSA: una governatrice all’asta – di Gian Luigi Deiana

LA PELLE DELL’ORSA: una governatrice all’asta
di Gian Luigi Deiana
 
La vicenda di cui è protagonista Alessandra Todde, Presidente della Giunta Regionale Sarda, giorno dopo giorno mi avvilisce sempre di più: e perchè sempre di più?
Perchè mi avvilisce il pasticciamento, cioè “il modo” con cui la vicenda è presentata, miscelando il giudizio sul fatto contestato col pregiudizio sulla persona e questo con il giudizio sulla sua azione politica.
 
Ma chi è che gioca a questo stupido pasticciamento?
1, lei medesima;
2, chi per partito preso intende proteggerne la figura politica;
3, chi invece per partito preso intende denigrarne la figura politica;
4, la folla pettegola al mercato dell’opinione pubblica.
 
Vorrei star fuori da questo confuso vocio della folla al mercato, tuttavia trovo troppo comodo starne fuori, e quindi provo a dire la mia e ci provo in tre passaggi.
 
1: Non sparare prezzi sulla pelle dell’orsa finchè l’orsa non è stata presa, e a patto che sia presa, se merita di esserlo, da chi è deputato a farlo.
 
2: Cominciare l’analisi della partita chiarendo preliminarmente la funzione dell’arbitro, cioè in questo specifico contesto il collegio elettorale regionale deputato al controllo della trasparenza delle spese elettorali; con ciò, mettendosi tutti d’accordo su questo: evitare la facile e infantile evocazione dell’ arbitro cornuto al libro paga dei poteri forti, e quindi avere la pazienza di attendere l’esame dei fatti alla moviola: lo sanno anche i bambini; l’arbitro ha fischiato, ed in campo ha sempre giuridicamente ragione, soprattutto quando rimanda la verifica ad una istanza superiore.
 
3: MA il gravissimo pandemico errore sta in questo: sta nella confusione tra il lato giuridico ed il lato politico. Il problema stigmatizzato dall’arbitro non riguarda la Todde politica, riguarda invece la Todde elettorale. L’eventualità che un fallo della Todde elettorale ne possa determinare la decadenza dalla carica, non significa affatto che questo valga a dimostrare la fallacia della Todde politica e la plausibile fallacia della Todde politica andrebbe riscontrata infatti nella partita politica, iniziata dopo il fischio di inizio, e non nel prepartita elettorale.
Altrimenti si bara al tavolo da gioco, o si spacciano come fondate argomentazioni di magia.
 
4: Rimarcare che una ipotetica frode nel prepartita sia una sorta di prova con la quale poter giudicare politicamente, ex post, la partita stessa, moltiplica esponenzialmente la confusione, e per quanto ciò possa appagare le passioni da stadio ne deriva automaticamente che la passione da stadio diventa il prezzo falsato al mercato dell’opinione pubblica, se opinione pubblica si può chiamare questa apoteosi di chiacchiere: il prezzo di svendita della pelle dell’orsa, senza che pelle ci sia, con salto nel buio per tutti.
 
5: Quindi, separare rigidamente la contestazione giuridica dalla critica politica è un dovere nei confronti di un elettorato reso esausto proprio da tali epidemiche paranoie e da tali irresponsabili scorciatoie.
 
6: Per quanto ne ho personalmente capito, Todde ha comunque il dovere di rendere conto del torto a lei contestato, cioè avere affidato i rendiconti delle proprie spese elettorali a proprie autodichiarazioni, piuttosto che ad un mandatario titolare di un conto corrente specifico e verificabile dalle istanze di controllo. Può anche darsi che l’arbitro sia cornuto o sia severo a misure alterne, ma finora lei ha fatto spallucce, e fare spallucce è di suo un grave fatto squisitamente “politico” e non più semplicemente di pertinenza regolamentare. Quindi qui è lei che sta gettando il ponte fra i due piani, il piano della regola elettorale e il piano dell’azione politica; può quindi venire da pensare che o c’è o ci fa, e che sia quindi la sua stessa approssimazione ad alimentare la lievitazione di tutta la pasticceria.
 
7: Fare spallucce è un comportamento estremamente diseducativo, nel senso della semplice educazione civica, e qui la controprova rappresentata dalla cosiddetta “Legge Pratobello”, o in ultimo dall’assegnazione arbitraria di denaro pubblico a comitati locali per il tramite di membri del consiglio regionale, è una controprova difficile da digerire e di genere direttamente politico, ma politicamente molto pesante. Quindi è anche intuibile il come le ombre elettorali si sovrappongano poi alle ombre politiche: siamo quindi al gioco delle ombre, il cui risultato non è più un gioco per nessuno.
 
8: Cosa augurarsi ora? Le squadre in campo sono due, i destri e i maldestri; non ci sono sinistre in partita e nemmeno antagonisti veri e propri benchè minori. I destri hanno governato fino a pochi mesi fa, con metodi di destra ma più propriamente malsani e i maldestri hanno dato prova della propria maldestraggine già prima di cominciare.
E se è fondato il referto arbitrale del prepartita, non è che abbiano rimediato dopo.
 
9: MA, una cosina preliminare ci si può augurare: che la giunta Todde resti in carica, a condizione che proceda immediatamente a favorire una radicale modifica della legge elettorale.
Infatti, la madre incinta di tutto l’instupidimento della politica è la riduzione del popolo elettore al grande sciame delle mosche al mercato, tra attese di pelli dell’orso e beccamorti affamati di carne guasta.

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