LA PROPAGANDA DEI VAMPIRI (fascismo e antifascismo nella macerazione italiana)

la città di macerata costituisce un caso esemplare di tranquilla provincia italiana; non è certo per il suo curioso nome che ha finito per diventare, nel pieno di una crisi politica cronicizzata e di una campagna elettorale nata morta, il luogo clinico della macerazione italiana, la radiografia e lo specchio della nazione;

il termine “macerazione” non costituisce soltanto un occasionale gioco di parole gratuito e di cattivo gusto, purtroppo costituisce anche la rappresentazione di un disfacimento reale: è un sinonimo di quella che gramsci, nella scena del fascismo, chiamava “gelatina sociale”, e di quella che il rapporto censis, nell’apoteosi del berlusconismo, chiamava “mucillagine”; ed è la traduzione metaforica di un sondaggio appena reso pubblico, secondo il quale il voto degli elettori è orientato essenzialmente dal tema della paura e dell’insicurezza;

è certamente vero che ci sono ragioni per essere preoccupati: per esempio si può essere ragionevolmente preoccupati per la condizione delle strade quando sei in macchina, per un ricovero ospedaliero, per le pendenze giudiziarie, per i punti della patente, per gli adempimenti fiscali, per gli acquisti con carta di credito, per i limiti di velocità videosorvegliati, per rate difficili da pagare, per la disattenta emissione di assegni non trasferibili e persino per l’esaurimento dei loculi cimiteriali; anche se alla fine la vera grande incertezza riguarda l’inesorabile sparizione di possibilità di lavoro: una incertezza comune, ma che ogni vittima vive nella solitudine del suo dramma senza che nessuno gli parli politicamente e concretamente di questo;

in tutto questo i delitti e i reati comuni in genere sono statisticamente in calo, mentre sono in ascesa vorticosa i grandi misfatti finanziari, economici e ambientali; ma le grandi macerazioni, che sono essenzialmente propensioni psichiche malate, hanno necessità di creare l’immaginario del buio, descrivere con ansia i viali senza carabinieri, e focalizzare nitidamente una tipologia, se possibile un singolo caso e in esso un nemico emblematico in carne ed ossa: nero, quindi clandestino, quindi stupratore, quindi cannibale…; all’uopo, può funzionare meglio che non fantasmi ormai passati di moda, come droga, overdose, prostituzione ecc.

poiché questa dinamica è nota anche ai bambini, che cosa deve fare quel particolare ceto della società cui si ascrive la funzione di rappresentarla, di darle coscienza di sé, di proporne indirizzi più certi? cosa deve fare cioè la politica, specialmente nel mese che precede le elezioni? bene, deve fare tante proposte differenti, ma su “una” cosa deve convergere, quella assolutamente da “non fare”: cioè pompare l’ipocondria di massa, alimentare la malattia immaginaria e resuscitare i fantasmi; veniamo quindi alla particolarità storica dell’attuale campagna elettorale;

disgraziatamente, ma per un decorso infine irrecuperabile, questa campagna elettorale è nata morta: è quindi logico che i suoi protagonisti, con un cinismo pari alla loro pochezza e meschinità, si siano trovati costretti a competere sulla resurrezione dei fantasmi; e poiché ogni resurrezione immaginaria esige la scena di un calvario reale, e l’associazione fra queste condizioni esige le formule magiche di medium spiritici, ecco qui la (per loro) provvidenziale doppia tragedia di macerata; provvidenziale, ahimè: come sarebbe stata altrimenti la loro campagna elettorale, senza portare la gente a toccare con mano le membra sparse di macerata? non sarebbe stata forse meno “vivace”?

salvini e renzi si sono mostrati i più preparati in questa lugubre specializzazione: e quindi il primo ha potuto esibire la giustificazione materiale della paura di massa, mentre il secondo ha potuto contrapporre la risorgenza materiale del fascismo; dunque salvini ha replicato che il fascismo è morto e che quindi l’antifascismo è una farsa, mentre renzi ha controreplicato che il fascismo è vivo e che l’antifascismo è il dna di fondo del pd;

in termini di spartizione predatoria (o di scempio dei morti) ci troviamo ad avere a che fare con una logica da cornacchie e una logica da vermi: e ne viene che da una parte viene parassitato il fascismo (cosa secondo natura) e dall’altro viene parassitato l’antifascismo (cosa contro natura);

Gian Luigi Deiana

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