La sinistra italiana che conosciamo è morta

luigi-pintor“LA SINISTRA ITALIANA CHE CONOSCIAMO E’ MORTA” ULTIMO EDITORIALE DI LUIGI PINTOR MAGGIO 2003 E OGGI ?

“La sinistra italiana che conosciamo è morta . Non lo ammettiamo perché si apre un vuoto che la politica quotidiana non ammette . Possiamo sempre consolarci con elezioni parziali o con una manifestazione rumorosa . Ma la sinistra rappresentativa…è fuori scena…hanno raggiunto un grado di subalternità e di soggezione non solo alle politiche della destra ma al suo punto di vista e alla sua mentalità..dall’89 hanno perso la loro collocazione storica e i loro riferimenti e sono passati dall’altra parte…non sono mille voci e un’anima sola…l’anima non c’è da tempo e ora non c’è la faccia…non ci vuole una svolta ma un rivolgimento. Molto profondo”
Non credo che Luigi Pintor facesse riferimento solo ai D’Alema e ai Veltroni . Credo che pensasse anche alle sinistre radicali precipitate anch’esse nel brodo di cultura della “modernità antica” delle borghesie internazionali .
Il terreno di scontro allora ed ancor più oggi veniva predisposto dalle “destre” e sul quel terreno di per sè già perdente le “sinistre” scivolavano e scivolano sempre più in basso …
Solo due esempi relativi alla situazione politica odierna :
1) deficit e debito . Si discute anche da parte radicale avendo come punto di riferimento le teorie monetariste dell’avversario ed è evidente che in tale contesto si può lottare solo per una riduzione del danno (vedi Siryza) .Le teorie monetarie come vengono portate avanti oggi non vanno neanche discusse ma semplicemente rigettate .Deficit e debito controllati da uno stato sovrano che abbia sovranità monetaria con una banca centrale pubblica possono costituire un volano di crescita e di occupazione che favorisca il potenziamento dello Stato sociale come viene suggerito da economisti non mainstream . Basti questo perché una vera sinistra non possa fare a meno di respingere i trattati dell’Unione , uscire dall’euro e proporre un’alleanza con il mezzogiorno d’Europa.
2) Scuola . Gia con la funesta “autonomia scolastica” propugnata con grande protervia da quelle sinistre cui faceva riferimento Luigi Pintor risultava chiaro come , in sinergia con un abbassamento dei flussi finanziari per le istituzioni scolastiche , la politica di destra come di sinistra aspirava alla costruzione di una gerarchia di poteri all’interno della scuola che sapesse rispondere prontamente ai desiderata governativi nell’intento di attizzare la competizione tra i docenti invece di favorirne la solidarietà e la ricerca pedagogica , di umiliare il corpo non docente con esternalizzazioni del lavoro gestite spesso da “compagni” . La cultura “ideologica” di destra dei “compagni” dei partiti e dei sindacati confederali si è manifestata con particolare vigore in questi ultimi anni nella volontà “modernista” dell’efficienza ( vedasi in Sardegna L’ineffabile Pigliaru) di far scomparire dai tanti piccoli paesi dell’isola le scuole primarie che costituiscono la linfa vitale di quelle piccole comunità . Perché dico politica di destra? Perché la qualità dell’istruzione non consiste solo nell’allestire delle “eccellenze” mediante la concentrazioni così care ai “padroni del vapore” che aspirano ad un mandarinato immediatamente spendibile ma anche nella sua diffusione ,nella quantità , perché si possa dire che nessuno ,proprio nessuno venga escluso dalla scuola e dall’istruzione(e non credo che Freire ,freinet ,Rodari…la pensassero diversamente) .
Riprendendo Luigi Pintor , non basta una svolta ma un rivolgimento . Molto profondo

Antonello Boassa

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