Quale futuro per gli ATA – di Bruno Firinu

Quale sarà il posto degli Ata nella scuola del futuro? Come avverrà il reclutamento di questo personale se ancora un ruolo avrà nella “buona scuola”? Le graduatorie ad esaurimento  scompariranno come quelle dei docenti?.
Se diventerà legge l’art. 12 del DdL, chi ricoprirà i posti vacanti  degli ata visto che sarà vietato prendere coloro che hanno già fatto 36 mesi di servizio?
Ci saranno concorsi anche per noi? La esternalizzazione dei servizi di pulizia e dei servizi amministrativi ci sarà ancora?
Nel disegno di legge presentato dal governo non c’è nessuna risposta a questi quesiti
La scuola è una comunità nella quale operano anche gli ata in questa comunità scolastica noi Ata ci saremo ancora e in che modo?
Gli Ata si dividono in quattro categorie: c’è il personale di segreteria (o assistente amministrativo), che tiene la contabilità della scuola e dà supporto al dirigente scolastico nelle varie pratiche burocratiche richieste dal Ministero; il personale tecnico che ha funzioni di supporto alla didattica di laboratorio; i collaboratori scolastici (i bidelli) che hanno varie funzioni tra cui sorveglianza e pulizia e il direttore dei servizi, il “braccio operativo” dei dirigenti scolastici.
.Negli anni il personale Ata è diminuito in modo sostanziale: nell’anno scolastico 2007-2008,( secondo i dati della relazione generale sulla situazione economica del Paese del 2012 ), erano 246mila,  nel 2013/2015   204mila, di cui 188mila a tempo indeterminato e 16mila a tempo determinato

L’uso prolungato di contratti a termine viola la direttiva europea 70/1999, che stabilisce che  i contratti a tempo determinato non possano essere rinnovati per più di tre anni complessivi. «Il motivo per cui è stata creata questa regola è semplice»,  contratti a tempo determinato servono a coprire esigenze limitate nel tempo: lo Stato invece li ha usati per sopperire a esigenze stabili dell’Amministrazione, ovvero garantire il regolare funzionamento della scuola». Su questa  infrazione, il tribunale di Napoli e la Corte Costituzionale hanno chiamato in causa la Corte di Giustizia Europea che condanna l’Italia ad assumere a tempo indeterminato tutti i precari della scuola (docenti e ata), ma la buona scuola di Renzi non fa accenno agli ata ma parla esclusivamente di docenti che hanno lavorato per più di tre anni con contratti a termine.
La trafila degli Ata non ha nulla da “invidiare” a quello dei docenti: 5-6 anni di attesa al nord,8-9  al sud.
Il personale Ata è il grande assente del Piano Renzi.Purtroppo non si riconosce a questa categoria il giusto peso all’interno dell’organizzazione della scuola. Per quanto ci riguarda i deve essere riconosciuta, in un eventuale e reale riforma della scuola,l’importanza di tale personale che serve a  rendere sicure, accoglienti e funzionanti le scuole».

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