Riconversione sul sostegno degli esuberi – Pronti a partire 15 corsi per 1500 docenti
Posti disponibili: 1500, 15 corsi con 100 docenti per corso su base regionale o interregionale. L’insularità porta a pensare che i corsi in Sardegna saranno gestiti a livello solo regionale, quindi si presume che almeno un corso verrà attivato (100 docenti.) (nota 10402 del 4 ottobre 2013)
Ai fini della partecipazione si riconferma la priorità ai docenti in posizione di esubero nelle classi di concorso A/075, A/076, C/555 e C/999, A seguire i docenti della Tabella C in base all’entita’ dell’esubero regionale. In subordine i docenti appartenenti alle classi di concorso in esubero della Tabella A. Riportiamo l’elenco dell’esubero in O.D. in Sardegna dopo la mobilità del personale docente – dati al 10/07/2013
Se tutti i docenti A075 e A076 presentano domanda di partecipazione (le domande scadono il 20 novembre 2013), rimarrebbero 79 posti per le classi di concorso C260, C270, C320, C050.
Naturalmente la partecipazione ai corsi di sostegno avverrà su base volontaria. Nessun docente, per intenderci, potrà essere obbligato a riconvertirsi. Ma chi non dovesse farlo potrebbe pagare un prezzo molto “salato”: il trasferimento d’ufficio.
Per la fruibilità dei corsi i sindacati hanno chiesto l’accesso ai permessi per il diritto allo studio
Il Miur, sulla base del confronto con i sindacati, si è impegnato a definire in tempi rapidi una nuova bozza di documento.
Rimaniamo in attesa di conoscere nuovi sviluppi.
Provincia di Cagliari, classe di concorso:
• A075 n° 7
• A076 n° 5
• C260 n° 14
• C270 n° 26
• C320 n° 17
Provincia di Nuoro, classe di concorso:
• A075 n° 5
• C260 n° 11
Provincia di Oristano, classe di concorso:
• A075 n° 3
• C320 n° 6
• C050 n° 7
Provincia di Sassari, classe di concorso:
• A075 n° 1
• C260 n° 11
• C270 n° 12
• C320 n° 5
Classificazione entità esubero regionale classi di concorso:
- C260 = 36
- C270 = 38
- C320 = 28
Giorgio Canetto
Chiedo scusa, mi sono espresso in modo improprio: la fantasia è correlata all’idea di realtà del ministero e non all’oggettività di quanto riportato.
Se avete bisogno di conferme riguardo all’impercorribilità dell’ipotesi “corsi di riconversione sostegno” chiedete al preside della facoltà di lettere ( magistero? ), non so con esattezza che denominazione abbia, oggi.
Giorgio, mi sono espresso male.
La fantasia non è correlata all’oggettività della notizia ma alla possibilità che questa si trasformazione in realtà.
Posso garantirti che il fatto che il contenuto della nota rimarrà sulla carta non ha niente a che fare con le probabilità, ma con la certezza.
Ti chiedo un commento a questa lettera che ho inviato al ministro, a molti indirizzi mail del ministero e a tutti i componenti delle “commissioni istruzione” di camera e senato.
Il tuo contributo per me è importante perchè può aiutarmi a capire quali obiezioni potrebbero essere sollevate a questa proposta:
sono un docente di ruolo soprannumerario di scienze agrarie, laureando nel luglio 2014 in accademia di belle arti e, acquisito il titolo di studio, vorrei poter insegnare materie artistiche.
Tuttavia mi è stato spiegato presso gli uffici amministrativi che la normativa non prevede nel caso di materie non affini, la possibilità di passaggio di cattedra, né l’accesso ai T.F.A. o la partecipazione ai concorsi a cattedra, se riproposti con il vincolo del concorso 2012 che escludeva i docenti già in ruolo.
Le scrivo per portare alla sua attenzione una proposta di modifica delle regole che disciplinano il passaggio di cattedra nella scuola.
La mobilità interministeriale è stata più volte proposta, con l’intenzione di smuovere la stratificata abitudine all’immobilismo, per ri-motivare le energie del personale pubblico e produrre conseguenze positive per la società; ma ancora oggi tale mobilità è bloccata.
Le migliori intenzioni sono state sistematicamente mortificate dai molti distinguo, soprattutto economici, che differenziano ogni singola amministrazione; al punto che il pubblico impiego appare come il corrispettivo del sistema delle caste indiano.
La scuola potrebbe proporsi come esempio di mobilità reale, con un nuovo metodo dei passaggi di cattedra, anche perché l’insegnante di una disciplina ha lo stesso stipendio di chi ne insegna un’altra.
Purtroppo, per quanti titoli di studio si possano acquisire, oggi è anacronisticamente impossibile per un insegnante a tempo indeterminato, aggiungere altre abilitazioni a quella ottenuta con il superamento del concorso e l’inserimento in ruolo.
La mia proposta è che la possibilità di passare da una cattedra a un’altra non sia vincolata dalla “affinità” tra queste; ma che tale passaggio possa concedersi a chi acquisisce i titoli di stato (laurea) che sono il requisito per l’accesso ai pubblici concorsi.
Propongo che almeno tale ipotesi possa applicarsi ai docenti soprannumerari.
Ritengo che se l’amministrazione l’applicasse, potrebbero aversi dei vantaggi:
• La scuola avrebbe insegnanti più motivati e, nel caso specifico già in possesso delle competenze professionali psico-pedagogica, metodologico-didattica, organizzativa e relazionale (art.2 reg.249/10)
• L’amministrazione statale potrebbe utilizzare meglio gli insegnanti soprannumerari, e quindi risparmiare
Mi auguro si possa considerare questa proposta; insieme alla speranza che anche lei consideri il lavoro uno strumento di realizzazione personale e sociale, e non una cella in cui la consunzione delle energie e motivazioni porti alla più monotona indifferenza verso il proprio scopo e ruolo.
Con la speranza che la mia proposta possa trovare accoglimento, resto in attesa di ricevere una sua gradita opinione.
Finora mi hanno risposto due componenti della “commissione istruzione” del senato; ma non hanno scritto niente che meriti di essere riportato.
Se puoi, vorrei leggere il tuo commento.
Grazie,
Edoardo
Scusate ma l’articolo riporta una informazione di fantasia.
I corsi citati non partiranno per motivi economici: il rimborso garantito dal ministero alla università che svilupperebbe il corso, è ridicolo; perciò non ci sarà nessuna università in italia che attiverà questi corsi.
In più mi permetto di sollevare un’altra questione: l’acquisizione di una nuova abilitazione avverrebbe sulla base di un corso di riqualificazione di poco conto, rispetto a chi ha preso una laurea in psicologia e/o pedagogia… o no?
Per contro, tra i sovrannumerari potrebbero essercene alcuni che potrebbero aver acquisito una laurea in materie non affini (all’abilitazione attuale) per la quale non potranno mai insegnare… a voi sembra giusto? A me no.
Sono certo che, in quel mondo parallelo che è il ministero, siano convinti che i corsi per trasformare magicamente chiunque in un insegnante di sostegno, si faranno e… pensate un po che altra mirabolante magia… sono convinti che tra due anni partirà un nuovo concorso a cattedre; perchè interpretano il fatto che alcune regioni non abbiano ancora concluso l’iter, come un capriccio di pigrizia locale…
Piuttosto perchè non lasciano scappare questi insegnanti sovrannumerari (me compreso) verso un qualunque altro ufficio della pubblica amministrazione? Per me la scuola è morta, e se ci rimango dentro, faccio anch’io (anzitempo) la stessa fine.
Edoardo, permettimi di dissentire sul fatto che l’informazione sia “di fantasia”. Le poche righe sono estratte dalla nota ministeriale allegata. l’unica considerazione mia personale è quella, e non potrebbe essere altrimenti, dell’attivazione di almeno un corso in una delle città della Sardegna, per problemi oggettivi.
Posso convenire con te che ci sono molte probabilità che il contenuto della nota rimarrà in parte solo sulla carta, per il momento questo è quello che si prospetta.
Giorgio Canetto