SARDARA CAPITALE: pranzo di barantena con fuga di Bacco – di Gian Luigi Deiana  

SARDARA CAPITALE

pranzo di barantena con fuga di Bacco

di Gian Luigi Deiana

Non sapendo alcunchè dell’arrosto, proviamo un poco a vedere qualcosa nel fumo.

Il quale col passare dei giorni, piuttosto che diradarsi, si fa curiosamente più denso.

Primo: i convitati erano tutti papaveri di rilievo, sia nella classifica regionale della politica che nella classifica regionale della burocrazia.

Secondo: l’oggetto della riunione non poteva essere semplicemente un incontro di cortesia conviviale poiché già solo il responsabile del ristorante non avrebbe corso un simile rischio per così poco.

Terzo: l’oggetto della riunione era quindi sub-politico, poichè se fosse stato politico avrebbe avuto luogo in sedi deputate.

Un oggetto sub-politico è un oggetto politico concertato di nascosto.

Quarto: dunque anche i convitati, venti o quaranta che fossero, erano con-vitati in ragione di questo comune denominatore sub-politico, cioè erano convenuti ad una concertazione di nascosto.

Quinto: riunioni conviviali di tal fatta, cioè con un elevato numero di alti referenti, in una condizione di segretezza ma in una struttura aperta al pubblico, e con la complicità del titolare della stessa, possono spiegarsi soltanto facendo riferimento al particolare legame associativo intercorrente tra i convitati stessi.

Sesto: di quale natura può essere questo legame associativo?

È stato un legame occasionale (per esempio pilotare un appalto o un concorso) oppure si tratta di un legame strutturato?

È un legame interno a un progetto politico, comune ad un’area politica pubblicamente conosciuta, o è un legame trasversale nascosto che impegna papaveri appartenenti ufficialmente a gruppi politici diversi?

Settimo: a fiuto, sembra molto probabile la fattispecie di un legame “trasversale”, “coperto” e “strutturato”, piuttosto che la fattispecie di una riunione occasionale, improvvisata e in allegria.

Quindi, i caratteri di trasversalità, segretezza, e strutturazione inducono a supporre una scena di carattere massonico, o paramassonico che sia.

Ottavo: obiezione: dei veri massoni non sarebbero così idioti da farsi beccare in un ristorante termale sulla superstrada in una domenica di vigilia della zona rossa.

Nono: contro-obiezione: in Sardegna i casi di massoneria degli idioti sono una specie di sport nazionale.

Però ci sono, sono onnipresenti e inquinano tutto: municipi, uffici, ospedali e servizi in genere.

Sono una specie di endemismo.

Decimo: pur solo per un giorno, la povera cittadina di Sardara ha conquistato il titolo di capitale regionale.

È da sperare che ne resti memoria: non per Sardara, che è un luogo degnissimo, ma per quello che siamo diventati.

LA  TOPPA: il copione non prevedeva un finale di nascondimenti in sgabuzzini e di fughe disordinate da porte secondarie.

I quali atti, a parte la goffa comicità, sarebbero reati individuali di interesse della Procura, o più semplicemente quaranta fughe da quaranta buchi.

Ma il buco vero in realtà è uno, ampio e di altra natura, e non vi è toppa che lo possa ricucire: è il discredito.

Esso riguarda le persone e da queste si espande sugli uffici loro assegnati e di qui dilaga sull’Istituzione.

Tutta la rete è in pezzi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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