SI CHIAMANO KURDI pensieri di un papa di Gian Luigi Deiana

SI CHIAMANO KURDI
pensieri di un papa

Quando un Papa esprime pensieri di domenica li esprime come preghiere, solo che invita tutti quelli che lo ascoltano a pregare con lui perchè così Dio magari ascolta di più.

Ma perdio papa Francesco, se usi circonlocuzioni diplomatiche e non spieghi alla folla per chi deve propriamente pregare e non dici chiaramente a Dio di chi è che stai parlando, come fa lui a starti a sentire?

Non si tratta genericamente delle genti dell’amata Siria come tu dici paternamente, e non di genti che genericamente se la passano male, si tratta di uno che uccide e di un popolo che viene ucciso.

Posso capire che Caino dicesse di non saperlo, quando Dio gli chiese di suo fratello, ma tu lo sai.

Il tuo Caino si chiama ERDOGAN, sì proprio quello che hai ricevuto a casa tua un paio di anni fa, con la tv davanti: Erdogan; il tuo Abele è grande, quando lo si uccide si chiama strage, sono molti e si chiamano KURDI: proprio così, KURDI, non vagamente l’amata Siria.

A fare il Papa così ad Ardauli lo sappiamo fare tutti, e a rispondere a Dio in modo così vago ci riuscì proprio anche lo svirgolato Caino.

Sì, chiamali col loro nome almeno quando devi pregare, si chiamano KURDI; il loro omicida si chiama ERDOGAN.

Caro Papa, almeno per una volta informati sull’unico quotidiano di sinistra oggi stampato in Italia.

Da tempo esso chiama Erdogan col suo nome e chiama i Kurdi col loro nome: è il quotidiano AVVENIRE, proprio quello dei vescovi.

Non so come, ma ti puoi fidare.

 

Gian Luigi Deiana

 

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