Tamquam non esset. Il TAR accoglie il dimensionamento scolastico, ma tutto resta uguale
Il 21 e il 22 luglio 2013, con una serie di sentenze distinte, il TAR Sardegna ha accolto diversi ricorsi presentati da genitori, studenti, docenti e personale ATA di alcune scuole coinvolte nel dimensionamento scolastico statuito dalla Regione Sardegna nel marzo 2013. In particolare le sentenze avevano annullato la scomparsa dell’ITAS Deledda di Cagliari, scisso tra l’Istituto Magistrale De Sanctis e l’Istituto Professionale Azuni di Cagliari e la scomparsa della Scuola Manno coinvolta in un complicato disegno di ristrutturazione che coinvolgeva ben otto scuole medie del Comune di Cagliari.
Docenti, genitori e studenti dell’ITAS Deledda di Cagliari, dopo la lettura delle sentenze, avevano pensato che il TAR, accogliendo il ricorso, avesse annullato lo smembramento della scuola tra l’Istituto Magistrale De Sanctis e l’Istituto Professionale Azuni. Genitori e docenti della Scuola media Manno avevano avuto un’impressione analoga, pensando che il dimensionamento riguardante la Scuola Manno non dovesse essere messo in atto e che perciò l’Amministrazione dovesse tornare indietro nell’applicazione del decreto della Regione Sardegna.
Il ricorso è stato accolto per un vizio procedurale: la Giunta Regionale ha chiesto il parere della Commissione Consiliare dopo aver adottato il provvedimento di dimensionamento. Nelle more del giudizio di merito, il 27 giugno, la Regione ha adottato lo stesso provvedimento dopo aver seguito la procedura prescritta. Ora, nell’imminenza dell’inizio dell’anno scolastico, il Ministero dell’Istruzione, che a marzo 2013 aveva dato seguito al provvedimento censurato dal TAR, ha emanato un decreto in cui informa che, considerati i tempi che non permetterebbero di dar effettiva esecuzione alla sentenza, senza mettere a rischio l’apertura dell’anno scolastico, si attiene al provvedimento di dimensionamento del 27 giugno, che conferma il precedente. In altre parole, dato che la Regione Sardegna non ha riformulato il piano di dimensionamento scolastico, l’Ufficio Scolastico non modifica nulla. IL Decreto omette di rilevare che il Decreto della Regione è stato assunto fuori tempo massimo e che quindi rischia di essere oggetto di nuova censura.
Sul piano pratico, dopo questo decreto, i docenti e gli ATA della Scuola Manno e dell’ITAS Deledda dovranno presentarsi in scuole che, a rigor di sentenza, non dovrebbero essere le loro scuole di titolarità. I genitori e gli studenti dovranno avere a che fare con un’istituzione scolastica che non dovrebbe essere la scuola dei loro figli. In altre parole, c’è un evidente scarto tra la situazione effettiva e la situazione giuridica. E tutto ciò che avverrà quest’anno in quelle scuole potrebbe restare sospeso nell’incertezza giuridica: ogni decisione presa da quei protagonisti o nei loro confronti resta sotto il sospetto dell’illegittimità.
Si può leggere la situazione come una metafora dell’Italia attuale, dove ciò che conta sono solo le decisioni sulle vite degli altri di chi ci comanda e di chi ci amministra. Che cosa resta del cosiddetto stato di diritto, se i cittadini, quando ottengono la ragione dai tribunali, non possono ottenere ciò per cui hanno fatto ricorso?
Come reagire a questa operazione di nullificazione operata nei palazzi? Che cosa dovranno inventarsi i ricorrenti per far valere le loro legittime pretese? scrivere altre lettere di protesta o di diffida, organizzare altre manifestazioni, promuovere azioni di pressione presso gli organi competenti, e contestualmente agire nuovamente tramite i loro legali, a proprie spese? O inventare qualche altra forma d’azione?
Per leggere le sentenze del TAR:
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- Eleonora d’Arborea – De Sanctis …. clicca qui
- Sacro Cuore ……………………………. clicca qui
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