Valeria Fedeli a Cagliari

servizio di VIDEOLINA del 15/01/2018
ed alcune considerazioni…

Servizio del TG di VIDEOLINA sulla “gitarella” in Sardegna, ed in particolare a Cagliari, della titolare del dicastero del MIUR Valeria Fedeli, attorniata pomposamente da cattedratici ossequiosi e dai nostri politici zerbino.
15 gennaio 2018.

(vedi il video Qui: http://www.videolina.it/articolo/tg/2018/01/15/cagliari_la_ministra_fedeli_sulla_scuola_cerchiano_un_equilibrio-78-686885.html

Simpatico il siparietto con il nostro Maurizio Malavasi sull’uso del termine “deportati”.
La Fedeli aborrisce il termine, a suo dire usato a sproposito, ma sulla sostanza delle “deportazioni” dovute alla loro buona scuola, la cosiddetta ministra non ha fornito nessuna risposta alle colleghe e colleghi che le hanno consegnato un documento.
Singolare poi il botta e risposta tra la Fedeli e l’ottima giornalista Egidiangela Sechi di VIDEOLINA che poneva alla Ministra il problema delle tante docenti (la maggioranza delle docenti sono donne) che vivono una situazione drammatica lontane da casa in ragione del piano assunzionale della legge 107 ed in contraddizione con l’art. 37 della Costituzione Italiana che, tra l’altro, dovrebbe tutelare le madri lavoratrici ed i loro figli.
La Fedeli ha praticamente disconosciuto la Costituzione, ed in particolare l’art. 37, rispondendo ad Egidiangela Sechi, che l’ha splendidamente incalzata, che ai sensi dell’art. 34 della Costituzione le docenti sono delle professioniste (visto il curriculum della Ministra gli esperti del MIUR devono aver fatto alla Fedeli una lezione sull’art. 34, che comunque non ha capito, ed al 37 non sono ancora arrivati…), che sapevano a cosa andavano incontro e accusando ridicolmente e grottescamente la giornalista di “offendere le donne”.
Ha affermato poi testualmente, sempre citando a sproposito l’art. 34 e dimenticandosi (lo conosce?) del fondamentale art. 33 e degli art. 35 e 36:
“la funzione docente è una funzione fondamentale che deve essere esercitata con competenza, professionalità, competenza e passione”.
Ricordiamo alla cosiddetta Ministra che questa fondamentale funzione così pomposamente ricordata dovrebbe anche avere un ritorno economico corrispondente mentre le/gli insegnanti italiani e Sardi sono tra i meno retribuiti in europa e proprio in questi giorni si sta discutendo il rinnovo contrattuale che, dopo 10 anni senza di blocco, prevede degli aumenti salariali ridicoli ed un peggioramento dei diritti e delle condizioni di lavoro di chi porta avanti la “fondamentale” Istruzione Pubblica in Italia.
Dall’art. 36 della Costituzione:
“Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”.
Quindi di cosa straparla questo personaggio?
Nicola Giua
COBAS Scuola Sardegna

CAGLIARI, LA MINISTRA FEDELI: «SULLA SCUOLA CERCHIAMO UN EQUILIBRIO»

Servizio TG di VIDEOLINA
Edizione del 15-01-2018
La ministra dell’istruzione Fedeli in Sardegna per l’inaugurazione dell’anno accademico a Sassari e nel pomeriggio a Cagliari per le celebrazioni dei 70 anni del cus. Ad attenderla gli insegnanti con la valigia che le hanno consegnato un documento.
Il servizio è di Egidiangela Sechi
L’intervistata è: VALERIA FEDELI MINISTRA DELL’ISTRUZIONE

dalla Costituzione della
Repubblica Italiana

Articolo 33
L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento.
La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.
Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.
La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali.
E` prescritto un esame di Stato per l’ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi e per l’abilitazione all’esercizio professionale.
Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato.

Articolo 34
La scuola è aperta a tutti.
L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.
I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.
La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.

Articolo 35
La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni.
Cura la formazione e l’elevazione professionale dei lavoratori.
Promuove e favorisce gli accordi e le organizzazioni internazionali intesi ad affermare e regolare i diritti del lavoro.
Riconosce la libertà di emigrazione, salvo gli obblighi stabiliti dalla legge nell’interesse generale, e tutela il lavoro italiano all’estero.

Articolo 36
Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.
La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge.
Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi.

Articolo 37
La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione.

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